Le parole insegnano, gli esempi trascinano. In Bulgaria gloria iridata per i fratelli del remo Luca e Marco Vicino. Cognome importante nel canottaggio e successo pesante per i gemelli napoletani, che a Plovdiv si sono aggiudicati con pieno merito il mondiale junior nel 4 con. Alle spalle si sono lasciati la Turchia e la Francia, staccate rispettivamente di 3 e 6 secondi. Famiglia di canottieri che continua ad alimentare la saga sportiva e a portare Napoli sempre in vetta. Non solo il plurititolato Giuseppe (Fiamme Gialle), poi Antonio (Marina Militare), gia' due volte campione d'Europa, ma anche i piu' piccoli della dinastia a dare lustro ad una stirpe entrata di diritto nella Storia. Inutile cercare accostamenti con chi li ha preceduti nel tempo: ogni epoca ha i suoi eroi.
«E' la nostra prima medaglia iridata e poi vinta insieme ha un sapore speciale», dichiara soddisfatto Luca. Da incorniciare il 2021 anche per i tre titoli italiani messi in bacheca. «Bellissima esperienza il trionfo mondiale. Ringrazio i tecnici Danilo Patti, Andrea Caianiello e Antonio Colamonici», prosegue Luca, che racconta il tifo per il fratello maggiore e l'indimenticabile nottata trascorsa per un valido motivo. «Quella di Giuseppe a Tokyo è stata un'impresa straordinaria: è riuscito a mantenere freddezza e lucidità in momenti particolarmente delicati, quando ha appreso della positivita' di Bruno Rosetti e in gara contro gli inglesi».
Momenti imperdibili, nonostante il fuso orario. «Nel raduno di Piediluco abbiamo seguito la finale di Giuseppe. Ero emozionato e al tempo stesso spaventato per l'improvviso cambio e l'inserimento all'ultimo minuto di Marco Di Costanzo. Sono felicissimo per il prestigioso risultato conseguito in Giappone da Giuseppe.
Felicita' doppia e condivisa. «E' stata la nostra prima medaglia d'oro mondiale, che abbiamo messo al collo», argomenta Marco, che non nasconde la fatica del risultato, «ottenuto con dolore insieme a mio fratello Luca». Tanti i sacrifici compiuti dai classe 2004 per arrivare sul tetto del mondo. «Molti atleti si trovano spesso in difficoltà a conciliare istruzione e sport ma grazie alla nostra scuola, l'istituto comprensivo Giovanni Falcone, Luca ed io non abbiamo mai avuto questo tipo di problema, riuscendo così a coniugare perfettamente studio e allenamento».
Indicibile la gioia sperimentata per l'epilogo nipponico. «Emozione unica vedere Giuseppe contendersi quel podio che tutti sognano: quel bronzo vale oro, poiche' so bene tutti i sacrifici che ha compiuto per giungere al traguardo», sottolinea Marco, che si è preso le sue rivincite dopo il bronzo nella Coupe de la jeunesse tre anni fa. «L'oro in Bulgaria sa di rivalsa per tutto ciò che mi è accaduto in questo periodo: prima gli Europei annullati a causa del Covid-19, poi la positivita' al Coronavirus e infine la perdita di mia nonna Anna a cui tenevo molto. Infatti dedico la medaglia proprio a lei», conclude il tesserato del Circolo del Remo e della Vela Italia. «Famiglia e amici il nostro porto sicuro». Italremo sempre più made in Naples e sempre più azzurro con i fratelli Vicino, quartetto unico al mondo.