Kodachi, argento mondiale
per il napoletano Cappuccio a Tokyo

Christian Cappuccio
Christian Cappuccio
di Diego Scarpitti
Lunedì 24 Dicembre 2018, 13:52
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Il Mondiale 2018 anticipazione delle Olimpiadi del 2020. La «capitale orientale», che nel 1964 organizzò la 18esima edizione, ospiterà i Giochi a cinque cerchi a distanza di 56 anni dall’ultima manifestazione. Napoli scalda i motori con l’argento iridato di Christian Cappuccio nel Kodachi, ovvero la specialità della spada corta. Prove generali in vista dell’evento planetario più ambito e atteso in assoluto. Nella patria del Sol Levante Cappuccio conquistò già nella rassegna di due anni fa, sempre a Tokyo, il bronzo mondiale nel nito (doppia spada), dopo l’argento europeo a Parigi 2015 nel choken freestyle (spada lunga ad una mano). «Sono ultracontento del risultato ottenuto. Sono partito dall’Italia deciso a segnare il mio destino, ottenendo un piazzamento eccezionale», racconta il giovane samurai napoletano, ormai un talento della disciplina che unisce scherma e arti marziali. Si scrive chanbara, si legge Cappuccio. «Gara preparata da molto tempo, sia fisicamente che, soprattutto, mentalmente. In quei momenti, il cuore ti batte, l’adrenalina sale, intorno cerchi figure amiche, che purtroppo sono lontane, ed è lì che ti ricordi del calore delle persone che ovunque tifano per te», ammette il campione continentale nel 2017 a Roma. Distanza dai propri cari e dagli affetti che pesa e fortifica. «I compagni di squadra sono la seconda e rassicurante famiglia: la forza di un gruppo unito prevale sugli ostacoli, che non sembrano poi così insormontabili».
 
 

Si scrolla cinque incontri, al sesto sfiorato l’affondo decisivo. «Ho dovuto cedere il passo al padrone di casa ma lo aspetterò al prossimo campionato del mondo, in vista delle Olimpiadi di Tokyo 2020 come sport dimostrativo». Terza trasferta in Giappone ma la quarta sarà quella della consacrazione sognata. Accumulata tanta esperienza da non temere avversari. Pazientare per meglio affilare e affondare la lama. Sul parquet, a piedi nudi, mille atleti, provenienti da 29 paesi, dislocati in 28 compound. «Indispensabile e inevitabile la gestione delle forze e delle emozioni. Si rischia di cedere e di concedere attimi preziosi, che possono rivelarsi fatali». Banco di prova indicativo l’Europeo di Minsk, in Bielorussia, nel maggio 2019, che servirà a testare motivazioni e prestazioni. «So di poter dare un grande contributo alla mia Nazione, portando in alto e facendo sventolare ancora il tricolore nel mondo. Le medaglie vinte appartengono a tutti gli italiani e contengono un po’ tutte le persone che mi sono state vicine, in primis la mia famiglia, mia madre Laura Stefanelli, mio padre Claudio e mio fratello Gianluca, con la mia ragazza Serena Caldo, e quanti mi hanno affiancato: Milleculure ed Old Friends Gym, senza tralasciare tutti i miei allievi».

Certezze e conferme, medaglie e soddisfazioni per la Nazionale Italiana, che stabilmente ha occupato i vari gradini del podio. Prezioso il lavoro del presidente Giovanni Desiderio, del segretario generale Mario Baldi, dei dirigenti Antonio Di Nicola, Ezio Antonucci e Paul Celentano, del direttore tecnico Diego Falco e del coach Loredana Iaccio. Prima Miriam Aliberti nel Kodachi e nel Tate Choken, così come Chiara Sabatasso. Medesima sorte per la più giovane del gruppo azzurro, Asja Antonucci, la 16enne figlia di Ezio Antonucci, storico maestro di aikido, al primo posto nella categoria Choken Morote. Silver medal per Francesco Serrone nel Tate Choken. Bronzo per Sara De Nicola nel kihon (forme) e nel nito. Identica sorte per il capitano Chiara Contesimo. Chiude seconda  la squadra femminile, composta da Contesimo, De Nicola e Aliberti, mentre Giovanni Cafaro, Francesco Serrone e Francesco Arpino hanno ottenuto la terza posizione. Il Giappone non è stato mai così vicino.
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