Indétrônable. Si dice così a Parigi, specie dalle parti del theatre du Chatelet, tra le eleganze del premiere arrondissement. Indétrônable. Irremovibile, potremmo dire noi – certo con meno poesia. Eppure. Eppure Leo Messi del Psg, il solito Leo Messi ha conquistato il Pallone d’oro per la settima (sic: la settima) volta nella carriera, la seconda consecutiva, e davvero si è meritato la fama di inamovibile e intramontabile. Vince sempre lui. «Un onore aver lottato con Lewandowski e penso che France Football debba ricompensarlo perché merita il trofeo», ha sussurrato Leo sul palco, appunto, del theatre du Chatelet.
Secondo d’altronde si è classificato il polacco Lewa, autore della spaventosa cifra di 53 gol nell’anno Domini 2021 e a lungo accreditato come il possibile vincitore; mentre al terzo posto si è posizionato il nostro Jorginho, trionfatore agli Europei e in Champions. Quanto agli altri azzurri, possiamo ritenerci soddisfatti: perché Donnarumma è arrivato decimo e ha ottenuto il premio Yashin, Chiellini ha chiuso 13esimo, Bonucci 14esimo e Barella 26esimo. Ronaldo è atterrato nella sesta piazza. Deludenti invece Mbappé e Neymar, soltanto nono e 16esimo.
E non basta. Bisogna sapere che ieri mattina nelle stanze dei colonnelli di France Football, alias gli organizzatori della notte di gala, si è intrufolato il dubbio di ritrovarsi davanti a un quadro serale piuttosto seccante. Ovvero. Dover spiegare al tribunale del mondo che il premio lo avrebbe meritato sì Lewandowski, ma alla fine – vabbè – lo ha vinto Messi. Come venir via dall’orlo del burrone? Ma è semplicissimo: inventare un premio ad hoc proprio – guarda un po’ – per Lewa; il premio per il miglior marcatore dell’anno – una specie di edizione della Scarpa d’oro aggiornata e ampliata.
HERE IS THE WINNER!
— Ballon d'Or #ballondor (@francefootball) November 29, 2021
SEVEN BALLON D’OR FOR LIONEL MESSI! #ballondor pic.twitter.com/U2SywJmruC
Il punto è comprimibile nella sintesi di poche parole. Cioè: il Pallone va assegnato al miglior calciatore del mondo tout court oppure al più bravo della singola stagione? Ancora una volta si è seguita la prima strada fingendo di imboccare la prima, e questo è cristallino: però il solo aver tentato di aggirare gli imbarazzi spiega benissimo che un’ambiguità e una diversione dalla dottrina esistono. Eccome. Nel 2020, per il Covid, il Pallone d’oro non è stato consegnato. E a sollevarlo di sicuro sarebbe stato proprio Lewandowski, dominatore di ogni torneo con il Bayern Monaco. Invece stavolta i giurati, presi dal dubbione, hanno percorso i sentieri più banali e meno coraggiosi. Certo, Messi è sempre Messi e tra l’altro ha collezionato la Copa America con l’Argentina. Però da dieci anni la storia si ripete, se è vero che il Pallone d’oro mai lo hanno ricevuto campionissimi pazzeschi tipo Iniesta (maddài, scandaloso, e uno), Xavi (ari-scandaloso) e Neuer (scandalosissimo, e tre). È un peccato.