Da quando la Salernitana è tornata in Serie A, almeno una volta a stagione c'è una fase che si ripresenta. Quella della panchina che scotta o traballa, delle riflessioni sul futuro e degli esami-verità. Rischia di ripresentarsi concretamente in occasione della partita con l'Inter se Paulo Sousa dovesse fallire ancora. La sconfitta di ieri ha ridato ossigeno all'Empoli che raggiunge i campani a quota 3 punti in 6 giornate, al penultimo posto davanti al Cagliari (ko ieri col Milan). È contenta la proprietà granata? Domanda retorica. Iervolino non gradisce l'involuzione nelle prestazioni e soprattutto il digiuno di vittorie che in A sale a sette match, considerando l'ultima curva dello scorso torneo. Subito dopo quella di ieri, il presidente ha avuto un lungo confronto telefonico con i dirigenti. In particolare l'ad Milan, che era in Toscana al seguito della squadra, si è accomodato su una delle panchine, ha inforcato gli occhiali e ha composto il numero del patron. Al Castellani-Computer Gross Arena c'era ovviamente anche De Sanctis. Non si pensa all'esonero, per il momento. La sensazione è che la gara contro i nerazzurri potrebbe però diventare decisiva per la permanenza o meno del portoghese. Che quasi conferma.
«I risultati orientano sempre ciò che si pensa di chiunque ha detto in sala stampa Non sono diverso da quando sono arrivato, la rosa è più o meno quella: insieme abbiamo fatto partite straordinarie ottenendo soddisfazioni importanti. Sono convinto che già sabato possiamo rimetterci in carreggiata».
L'ultima esortazione di Iervolino non ha avuto effetti e così la Salernitana ha cominciato a gridare un preoccupante «indietro tutta». Ieri sugli spalti c'era anche Leonardo Semplici. Una coincidenza. Vive nella vicina Firenze, però prima di Sousa fu vicinissimo a prendere il posto di Nicola a gennaio. Il tecnico liquida osservazioni su presunte diversità di vedute con la società («L'equilibrio c'è sempre quando le persone hanno rispetto e fiducia tra loro e questo nella Salernitana esiste»), fa un passo indietro alla campagna trasferimenti ormai chiusa («Adli è un ragazzo splendido, un lavoratore che ha molta creatività. È il nuovo Zidane anche se deve migliorare molto. Se lo avrei voluto? Di mercato deve parlare il ds, non io») e guarda avanti: «Serve una vittoria per riaccendere il furore».
Ieri l'Empoli l'ha giocata come una finale, la Salernitana no. Contro i nerazzurri dovrà puntare all'opposto. Intanto Andreazzoli gongola: «Menomale che non è entrato il palo di Cabral, sarei stato dispiaciuto per le tante opportunità che abbiamo fallito. Poteva uscire ben altro punteggio. Abbiamo prodotto tanto e mi prendo questo. Io e i giocatori ci siamo divertiti». Il match winner Baldanzi: «Abbiamo sprecato tanto ma siamo felici della vittoria che ci permette un minimo di uscire dal momento duro. Sfida vinta con Pirola? Lo ritroverò in U21 presto, è fortissimo».