A tre anni e mezzo dalla morte di Diego Armando Maradona e a poco più di un mese dall'inizio del processo a carico di otto professionisti, medici e infermieri, indagati per omicidio con dolo eventuale per il suo decesso spunta una nuova clamorosa pista in Argentina.
Secondo il dottor Pablo Ferrari, incaricato di redigere una nuova perizia dagli avvocati di tre degli indagati, Maradona è morto per un evento acuto e non si può «escludere la presenza di un agente tossico estraneo alle droghe terapeutiche», quelle che al Campione erano prescritte dalla dottoressa Agustina Cosachov, una degli indagati.
Si precisa in questa perizia scritta in pochi giorni, contraria a quella presentata da un pool di venti esperti nella primavera di tre anni fa, che quella di Maradona non fu un'agonia lunga, come venne stabilito nel 2021 (si parlò di dodici ore). A contestare questo atto non soltanto i magistrati della Procura di San Isidro che hanno indagato in questi anni ma anche Rocio Oliva, l'ultima compagna di Maradona, che in un programma televisivo ha escluso che il Pibe facesse uso di droghe, dopo anni di dipendenza dalla cocaina che avevano rovinato la sua carriera e gli avevano fatto rischiare la morte.
La perizia mette in un luce un altro singolare aspetto.
Gli otto indagati sono il neurochirurgo Leopoldo Luque, la psichiatra Agustina Cosachov, lo psicologo Carlos Angel Diaz, il medico coordinatore Nancy Edith Forlini, il coordinatore degli infermieri Mariano Ariel Perroni, l'infermiere Ricardo Omar Almiron, l'infermiera Dahiana Gisela Madrid e il medico Pedro Pablo Di Spagna. L'accusa nei loro confronti è omicidio con dolo eventuale, che prevede una pena da 8 a 25 anni.