Si riparte e il Napoli vola in finale:
«Tornano anche i rigori per la Juve»

Si riparte e il Napoli vola in finale: «Tornano anche i rigori per la Juve»
di Delia Paciello
Domenica 14 Giugno 2020, 11:30
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Napoli. Un boato intorno alle 21,41 di uno strano sabato sera ai tempi della fase due. Urla di gioia che escono dalle case dei napoletani, trombette, aria di festa che mancava da tanto, forse troppo tempo: il gol di Mertens dopo due mesi di astinenza da calcio ha provocato un forte brivido. Sono tornate le emozioni in una semifinale di Coppa Italia con un San Paolo vuoto, senza pubblico. Ma la squadra ha voluto omaggiare i suoi tifosi che seguono in tivù mentre lottano contro una difficilissima ripartenza, e onorare il mister reduce da un lutto familiare; ma soprattutto ricordare le migliaia di italiani vittime del coronavirus: è questa la dedica del gruppo.
 
 

E allora si torna a parlare di cose frivole e allo stesso tempo profonde perché toccano il cuore e risvegliano quelle passioni che colorano la vita, per dimenticare momentaneamente i problemi che ci sono sempre stati ma che ora sembrano aggravarsi. «Ci mancava questo Napoli», è la voce dei napoletani.
E tornano a sorridere anche coloro che non hanno visto di buon occhio la ripresa del calcio a porte chiuse fra tante contraddizioni, mentre altre attività sono ancora ferme. «Ci avviamo finalmente verso la normalità», è il commento che arriva guardando la partita.

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«Forza Napoli» torna ad essere l’urlo che si sparge per le piazze virtuali, ora cariche di emozioni perché gli azzurri vanno in finale, a un passo dall' alzare una coppa in una stagione già cominciata male, e ricca di sorprese. La squadra di una città che ha risposto con grande senso di responsabilità all’emergenza e che vuole tornare a vivere. E Ciro ha aiutato tutti a sorridere entrando lui stesso nella storia come marcatore più prolifico del club: «Ti amiamo»; «Aspettiamo l’esultanza tromba tromba»; «Dries uno di noi»; «Ora sei leggenda, un napoletano vero», le dediche social per lo scugnizzo napoletano arrivato dal Belgio. E non sono mancate le battute sul suo addio alla volta dell’Inter su cui si vociferava nella noia della quarantena, poi smentito da più fonti: «Ha eliminato la sua squadra»; «Ha fatto autogol!»; «Era già all’Inter secondo molti, allora questo è il classico gol dell’ex visto che è tornato in azzurro».

Applausi anche per l’altro piccoletto, Insigne. Qualche critica per Ospina per il gol degli avversari, arrivato quasi come una doccia fredda dopo un paio di minuti di gioco. Ma il portiere ha saputo farsi perdonare e ha raccolto anche lui le ovazioni del pubblico del web: «Siete stati tutti grandiosi». Cinque cambi e un gruppo che non ha deluso le aspettative: una partenza lenta, ma i ragazzi hanno saputo aumentare il ritmo al momento giusto guadagnando un posto all’Olimpico.

Ma il più caloroso applauso virtuale ai tempi del Covid è quello per Gattuso: il mister ha ridato un’identità alla squadra che sembrava quasi persa ad un certo punto della stagione. Ed ora, nonostante il dolore personale visibile anche in volto, ha saputo dare la giusta carica ai suoi lasciando trapelare quella umanità e quella coesione che tante volte hanno fatto grande il Napoli interpretando i tratti stessi di una città in grado di donare il cuore in un sorriso, in una mandolinata, in una pizza, in un babà, in una mattinata di sole guardando negli occhi il Vesuvio, in una partita di calcio.
«Mister, ti dobbiamo tanto e ti stiamo vicini nel tuo dolore»; «Grande Rino, sei stato in grado nonostante tutto di far volare i tuoi ragazzi»; «Era più difficile che mai in questo momento, ma Ringhio ha saputo anche ora trasmettere genuinità e forza», sono alcuni dei numerosi attestati di stima e affetto per l’allenatore che arrivano dal web. Riconoscimenti che giungono persino dagli avversari: «Sono interista, ma Gattuso merita la finale. Un grande uomo e grande allenatore».

Ma nel frattempo volano anche le ironie sui pianti di Conte, e c'è chi coglie l'aspetto positivo per i nerazzurri:  «Marotta era preoccupato che il calendario fosse troppo fitto. Ora è risolto il problema della finale di Coppa Italia, l'Inter potrà riposare».

Inoltre non si fanno attendere le polemiche: «Cominciamo con un netto rigore non dato al Napoli, mentre ieri alla Juve il penalty era obbligatorio». Insomma ci si avvicina sempre più verso quella «normalità» che precedeva l’emergenza coronavirus. Sono bastati 90 minuti di calcio in città per riviverla, almeno a tratti. Passando sopra anche allo stadio vuoto, un’anomalia che fa male al cuore. «Con le urla di Conte e Gattuso non sembrava così vuoto lo stadio»; «Almeno abbiamo capito chi fa più rumore allo stadio», scherzano in molti anche per sdrammatizzare. D'altronde «meglio di niente, almeno lo guardiamo in tv», commentano altri. Così il Napoli è riuscito comunque a riscaldare l’ambiente con la passione ritrovata, a colmare il vuoto con la gioia per la finale  regalando un’iniezione di orgoglio per proiettarsi contro la Juve di Sarri e dei suoi campioni, di quel Ronaldo spento contro il Milan che ha persino sbagliato il tiro dal dischetto. E allora si sogna.

Forse non era indispensabile tornare a giocare a calcio, ma queste emozioni hanno fatto sicuramente bene all’anima. E sognare qualcosa di bello quando tutto attorno va a rotoli e bisogna lottare in una dura realtà fatta di disagi e grave crisi economica può solo dare forza. E così ora Napoli sogna di alzare una coppa che possa dimostrare a tutta l’Italia quello che la città sa fare. Anche quando viene ingiustamente sminuita sotto tanti aspetti e non vede riconosciuti i suoi immensi valori in una triste battaglia fra Nord e Sud. Napoli sa lottare, sa andare avanti, sa vincere e camminare a testa alta nella vita e nello sport. E allora grandi aspettative per mercoledì, perché i napoletani ci credono.
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