Napoli, Calzona e le fiamme dello spogliatoio azzurro

La denuncia del tecnico: «Nel Napoli ho trovato una situazione catastrofica»

Calzona e Italiano allo stadio Franchi prima di Fiorentina-Napoli
Calzona e Italiano allo stadio Franchi prima di Fiorentina-Napoli
Eugenio Marottadi Eugenio Marotta
Domenica 19 Maggio 2024, 07:48 - Ultimo agg. 20 Maggio, 10:41
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Il vaso di Pandora. Lo sfogo di Francesco Calzona venerdì sera nel post partita con la Fiorentina ha ricordato il mito greco che sovente viene chiamato in causa quando si scoprono verità nascoste, inaspettate e tutt’altro che gradite. A Firenze l’ex ragazzo di Calabria ha parlato senza freni e senza peli sulla lingua. A fare da detonatore il tentativo - stroncato sul nascere - di chiedere un’opinione su quanto aveva dichiarato De Laurentiis qualche giorno prima riguardo il futuro del club e del suo nocchiero. «Quello che fa il Napoli e quello che ha detto il presidente sono affari suoi - ha tagliato corto Calzona - Ribadisco che con il sottoscritto c’era un accordo con il Napoli di restare fino a giugno e provare a migliorare le cose. Non ci sono riuscito e mi prendo le mie responsabilità, ma non dovrei essere l’unico a farlo». Ed ecco la bomba. «Non mi aspettavo una catastrofe generale che non è solo di campo ma generale. Ho dovuto pensare non solo al campo, ma anche a tanto altro: mi sono ritrovato a gestire tante situazioni che non pensavo». Questo in sintesi lo sfogo del tecnico che riguarda situazioni “extra campo”.

Dubbi e ipotesi

Ma a cosa si riferiva Calzona? A che genere di “catastrofe” fa riferimento, specificando che non si tratta soltanto di questioni calcistiche? Inutile dire che il terreno è minato e si possono avanzare soltanto delle ipotesi. Facile immaginare - anche sulla scorta di quanto poi aggiunto dallo stesso allenatore riguardo problematiche pregresse - che i riferimenti possano riguardare situazioni ambientali. Di spogliatoio e non solo. Magari una sorta di “anarchia” che pure era venuta a galla fin dall’alba del campionato in casa Napoli. Fin dai tempi di Garcia. Gli atteggiamenti di insofferenza e di insubordinazione di alcuni dei senatori del gruppo, ad esempio, sono venuti subito a galla. A partire dalla reazione di Osimhen dopo la sostituzione al Dall’Ara di Bologna, passando per il gesto di stizza di Kvaratskhelia a Genova, fino al copia-incolla di Politano con la Fiorentina al Maradona, nel girone d’andata. Soltanto dopo l’ennesimo episodio di insofferenza dello spogliatoio e con il tecnico francese di fatto defenestrato da De Laurentiis il patron provò a richiamare tutti all’ordine con il diktat “tolleranza zero”. Ma era già tardi. Basti pensare che in occasione del ritiro punitivo a Caserta si sarebbero registrate forti frizioni tra gli stessi giocatori, tra ruoli scavalcati e faccia a faccia “chiarificatori”. Certamente lo stesso Calzona - che pure si dice sorpreso della... “catastrofe” di cui parla - doveva immaginare che per essere stato chiamato al capezzale di una squadra campione d’Italia come terzo allenatore dopo due esoneri... beh qualche problemino il club pure deve averlo avuto. Altrimenti si sarebbe andati avanti con Garcia, o con Mazzarri. Tant’è. Al netto delle problematiche oggettive e “inaspettate”, le parole di Calzona hanno tradito un nervosismo latente, figlio forse anche della consapevolezza di essere arrivato al capolinea senza raggiungere l’obiettivo. Il Napoli dal canto suo sembra orientato ad un repulisti generale per l’anno prossimo. Tanti calciatori saranno ceduti o spediti in prestito altrove.

Il casting 

Anche sotto questo aspetto DeLa ha deciso di voltare pagina. Si comincia dalla casella dell’allenatore. Il patron attende l’esito delle due finali di Europa League e di Conference in cui sono impegnate Atalanta e Fiorentina (Gasperini e Italiano sono due dei quattro candidati per la panchina, con Pioli e Conte - più defilato l’ex ct - a completare il casting), prendendosi così ancora una settimana di tempo o poco più.

Il patron ha fatto le sue mosse ed ora aspetta di tirare le somme. E se Calzona ha davvero scoperchiato il vaso di Pandora non resta allora che affidarsi alla “speranza” che è rimasta sul fondo... Con l’augurio che il nuovo nocchiero possa riportare il Napoli dove merita.

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