Ancelotti vs Emery, che sfida
per i re delle coppe europee

Ancelotti vs Emery, che sfida per i re delle coppe europee
di Pino Taormina
Sabato 16 Marzo 2019, 07:08
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La grandezza del sovrano illuminato è racchiusa nella carezza amorevole riservata ai nemici. «Con l’Arsenal sarà una sfida difficile ma molto affascinante». Eccolo Carlo Ancelotti che prepara l’assalto del calcio italiano al football di Sua Maestà. E che ritrova sulla sua via Unai Emery, l’altro re di coppa, sia pure l’Europa League. L’ultima volta che i due si sono incontrati, per Carletto non è stata una grande serata. Non solo per la sconfitta, ma perché 24 ore si ritrovò licenziato. Era il 27 settembre del 2017 e tutto avvenne dopo Psg-Bayern Monaco. Emery c’entra, certo, ma fino a un certo punto: perché l’avventura dell’Ancelotti bavarese era in ogni caso agli sgoccioli. E infatti finì malissimo. Non è andata meglio al povero Emery sotto la Tour Eiffel: al Psg serviva un navigato gestore di uno spogliatoio difficile, zeppo di ego smisurati e il basco non sapeva neppure chi era il rigorista tra Neymar e Cavani. Alla fine della scorsa stagione non gli restò che andarsene dopo aver rimediato la rimonta delle rimonte in casa del Barcellona (4-0 all’andata al Parco dei Principi; 6-1 al Camp Nou). 

CHE SFIDA
Sarà pure la prima volta che Ancelotti gioca un quarto di finale di Europa League, ma può mai essere in soggezione uno come lui che ha trionfato ovunque? Ma no, pure se c’è quel tale Emery che è lo specialista di questa competizione grande e piccina che è riuscito nell’impresa di far rinominare Siviglia Cup (l’ha conquistata per ben tre volte in quattro anni: come il grande Trapattoni). Da più di 35 anni Carlo Ancelotti pascola i giardini delle grandi finali, Coppa dei Campioni o Champions. Lui calcola anche quella del 1984, l’indimenticabile Roma-Liverpool che seguì da infortunato. Poi col Milan due da giocatore (vinte) e tre da allenatore (due vinte, una persa). La terza Champions l’ha vinta con il Real, nel 2014: la mitica Decima. Nello stesso anno in cui il Siviglia di Emery conquistava l’Europa League. I due si sono incrociati sette volte in carriera: Carlo ha vinto cinque volte (una per 7-3), perdendo per l’appunto l’ultima in Champions. Quella a Parigi. 

 

STILI SIMILI
Insomma, tutti e due preferiscono la Coppa. Emery è l’artefice del trittico straordinario e storico del Siviglia. De Laurentiis ne rimase stregato proprio nell’anno in cui, il 2015, tutti erano certi che la finale dell’Europa League a Varsavia sarebbe stata tra gli azzurri e il Siviglia. Il Napoli non aveva fatto i conti con il Dnipro. Stesso procuratore di Benitez, il presidente volò in Spagna per provare a convincere di succedere a Rafa che stava per andare al Real. L’operazione non andò in porto. Un hombre vertical, proprio come Ancelotti: e come Carlo è vestito sempre impeccabile. E non è un caso che sia stato chiamato a maggio scorso per aprire il nuovo ciclo dell’Arsenal, dopo l’impero Wenger durato ben 22 anni. Proprio Arsene ha scelto il successore dopo aver sondato anche la disponibilità di Carlo Ancelotti che però aveva già preso la decisione di voler tornare in serie A. Basco di Fuenterrabìa, soprannominato El catedràtico, Emery al contrario di Ancelotti è stato un modesto centrocampista. Ammira Sacchi e considera Ancelotti il migliore nella gestione del gruppo. Poi, come Carlo, scrive libri: la sua filosofia è raccolta in “Mentalidad ganadora”, un manuale che spiega come fare tesoro delle sconfitte, e così via. Più o meno l’ancelottiano “Preferisco la coppa”. 
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