Cali e infortuni, ecco il perché
​della flessione del Napoli

Cali e infortuni, ecco il perché della flessione del Napoli
di Bruno Majorano
Mercoledì 24 Aprile 2019, 09:07
3 Minuti di Lettura
«Mio figlio di 12 anni fa allenamenti migliori dei nostri», questo il primo attacco ricevuto da Carlo Ancelotti quando allenava il Bayer Monaco. Parole di Arjen Robben durante la gestione dell'allenatore italiano in Germania. Non esattamente uno spot da copertina, ma che evidentemente andava a minare le idee di Ancelotti, allenatore che ha migliorato e arricchito le proprie conoscenze in materia, proprio grazie alle tante esperienze in giro per l'Europa.

IL CALO
In Inghilterra, ad esempio, le squadre fanno anche due giorni di riposo a settimana e gli allenamenti possono durare anche poco più di un'ora. Questo cosa vuol dire? Che la cosa principale è la qualità dell'allenamento, pur senza dimenticare che ogni sessione è fondamentale. Quindi va bene allenarsi meno, ma l'importante è farlo bene. Questa è anche la teoria del preparatore atletico del Napoli Francesco Mauri (figlio d'arte, suo padre Giovanni è stato per anni nello staff di Ancelotti prima di lasciare al figlio il testimone) che ha più volte ribadito di essere un sostenitore della teoria di Cristiano Ronaldo «Troppa acqua uccide le piante». Ma intanto il calo della condizione atletica del Napoli negli ultimi mesi (diciamo da gennaio ad oggi) è sotto gli occhi di tutti. Una cosa è certa: Ancelotti ha un'idea di allenamento moderno. Ovvero ha oramai abbandonato i vecchi retaggi legati ai «gradoni» di Zeman o alle ripetute nei boschi. Le sue sono teorie moderne, basate costantemente sul'utilizzo del pallone. Ma attenzione, quando si eccede con il lavoro tecnico-tattico, il rischio è di abbassare troppo l'intensità.

 
GLI INFORTUNI
Un altro problema preoccupante della stagione del Napoli è quello legato ai tanti infortuni muscolari avvenuti nei primissimi minuti di gioco. Due (Verdi contro l'Udinese e Mario Rui contro la Fiorentina) dopo nemmeno 5', e uno (Insigne a Salisburgo) addirittura durante la rifinitura. Da questo punto di vista il problema potrebbe essere legato ad un eccesso di stress nei muscoli dei giocatori, nonostante i continui controlli dei valori del CK (Creatina chinasi) abbinato a una valutazione delle condizioni fisiche dei ragazzi. Una cosa è certa, nel «metodo Mauri» non ci sono carichi eccessivi in palestra, ma solo un tipo di allenamento di forza funzionale.
IL PRECEDENTE
Stando a quanto svelato da Kicker, in Baviera non sarebbero mai stati particolarmente entusiasti dei metodi di allenamento di Ancelotti. Nella fattispecie sarebbero stati criticati i suoi allenamenti troppo blandi. Carletto sarebbe stato troppo permissivo, troppo poco severo e rigido. Curioso, visto che di Guardiola, il suo predecessore, ci si lamentava per l'esatto contrario. Già nel 2017 Lahm e Xabi Alonso si sarebbero lamentati con i dirigenti per gli allenamenti troppo blandi di Ancelotti. In estate anche Müller, Neuer e Boanteg avevano espresso le stesse perplessità. Sotto accusa in particolare il preparatore atletico Giovanni Mauri, che, sempre secondo Kicker, faceva riscaldare i giocatori per meno di cinque minuti. Robben aveva perfino ironizzato che il figlio, negli Esordienti, venisse sottoposto ad allenamenti più duri. Alcuni giocatori avevano quindi proposto di organizzare una seduta di allenamento ulteriore, che sarebbe però stata vietata da Ancelotti. Motivo per il quale molti giocatori in quel periodo si sarebbero allenati in segreto dal tecnico.
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