Napoli fuori dalla Champions ma la fiamma è ancora accesa

di Marilicia Salvia
Mercoledì 12 Dicembre 2018, 08:00
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This is Anfield? Sì, questo è l'Anfield caro Dries e questo stadio non lo dimenticheremo. Abbiamo lottato, abbiamo insistito, abiamo sudato senza mollare mai. Ci abbiamo messo il cuore ma non è bastato, può non bastare il cuore quando di fronte hai una squadra che deve fare un unico risultato facile facile, un solo gol e tutto il resto del tempo a difendere la porta e sbagliare ogni occasione di raddoppio. Può non bastare il cuore quando sei dentro un catino interamente rosso e tu sei la squadra azzurra che deve ogni volta dimostrare il diritto a guadagnarsi il suo posto al sole. Non dovevamo perdere uno a zero e invece ci siamo lasciati fregare, ma in fondo è inutile fare i conti, in una serata nata storta in cui Marek sbaglia subito un gol fatto e il colpo sulla caviglia di Mertens ci rimette davanti agli occhi il fantasma di Ghoulam, che proprio in Champions subì quell'infortunio fatale.

È una serata storta e ai tifosi appare subito chiaro, Lorenzo che non si vede mai, Mario Rui che si confonde, gli altri che affannano. Un primo tempo eterno, il secondo che finisce troppo in fretta. E non serve continuare a credere, quando prima Salah e poi gli altri reds continuano a mangiarsi un gol dopo l'altro, che nonostante tutto lassù qualcuno ci ama. Impossibile arrendersi, i tremila a Liverpool e le molte decine di migliaia che a Napoli stanno torturando i tovaglioli e lasciando la cena a raffreddarsi nel piatto si appellano ad Ancelotti, lui è il mago della Champions, non può essere che non sappia cosa fare, non può succedere che non azzecchi almeno i cambi dopo che ha sbagliato - a quanto pare - la formazione. E re Carlo non delude, Milik e Zielinski suonano la sveglia, se non altro la fiammella resta accesa mentre i minuti passano veloci, inesorabili. La partita è maledetta, e la cosa più amara è questo paradosso della nostra difesa sempre piu eroica, Ospina che le prende tutte, Koulibaly e gli altri praticamente perfetti quando non è questo che serve, non più ormai. Avere un solo risultato a disposizione, dover vincere uno a zero, è impresa maledettamente facile, a pensarci adesso non può che essere così.

Abbiamo perso all'Anfield ma è altrove che abbiamo perso questo passaggio agli ottavi, a Belgrado, a Parigi al novantaduesimo, non qui. Adesso diranno che è giusto così, che in fondo noi eravamo solo il terzo incomodo in un girone da vip, che abbiamo perso sì ma con onore. Non sanno dei nostri sogni, della ciliegina sulla torta che non vedevamo l'ora di mangiare dopo aver dimostrato su tanti campi, e non solo in questa stagione, di avere una squadra bella, coraggiosa, eroica. Non sanno del nostro orgoglio, di un amore che non finisce davanti a una partita sfortunata. Ci rivediamo in Europa League. E sarà tutta un'altra storia.
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