Napoli, anche Mertens verso l'addio:
​destinazione Cina o Premier

Napoli, anche Mertens verso l'addio: destinazione Cina o Premier
di Pino Taormina
Venerdì 4 Maggio 2018, 08:58 - Ultimo agg. 09:55
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I gol non si contano soltanto, si pesano pure. Anzi, soprattutto. E allora se 21 gol in 46 gare ufficiali possono tranquillamente essere un bottino rassicurante per un attaccante di medio livello, il voto alla stagione di Dries Mertens è invece all’improvviso negativo. Già, sopravvissuto alla vita da gregario alle spalle di Insigne, esploso per intuizione sarriana nell’ottobre del 2016, da due mesi a questa parte si è eclissato. Sparito. Il suo contributo nelle ultime nove partite è stato di un solo gol. Quello alla Roma. Nove partite in cui il Napoli ha ottenuto 15 punti su 27. Non segna da 60 giorni esatti. Una era geologica per un attaccante. Ovvio, non è il capro espiatorio, non può esserlo, ma è chiaro che da quando era l’oro di Napoli è divenuto metallo assai meno prezioso.

Che fine ha fatto Mertens, il folletto che amava svariare, offrire la sponda e che a ridosso della porta diveniva spesso micidiale? Corre poco, è meno lucido, non ha lo scatto bruciante di una volta. Lo si capisce dai movimenti (sbagliati) che fa quando arriva in area, dove fa quasi sempre la cosa meno giusta. Peccato. 21 gol. Non sono pochi, ma qui non vale soltanto il numero: i gol di Mertens non solo si contano ma si pesano perché anche quest’anno sono stati colpi decisivi negli snodi più delicati del percorso del Napoli.  
È accaduto nel playoff di Champions con il Nizza, nella prima gara ufficiale dell’interminabile cammino azzurro; con l’Atalanta, alla seconda giornata, quando ha realizzato la rete del 2-1; con la Lazio all’Olimpico quando ha disegnato un arcobaleno che ha fatto venire alla mente una delle delizie di Maradona; e il giorno della doppietta delle meraviglie a Marassi con il Genoa, con la perla del controllo al volo e il tiro di sinistro del 2-1. 

E poi? E poi arrivano gli alti e bassi. Troppo presto. È il 25 ottobre e per Mertens inizia il viaggio nella notte: nei tre mesi successivi segna un solo gol al Sassuolo. Il Napoli va, gli altri corrono come i matti e poco importa se il belga ha una pausa. Si scuote a Bergamo. È il 21 gennaio. Poi segna ancora altre sei volte ma l’ultimo gol decisivo di “Ciro” Mertens è quello con l’Atalanta. 

Certo, i tifosi lo adorano, è un vero idolo. Napoletano doc, parla in dialetto, fa gli scherzi agli amici pizzaioli, posta canzoni dei neomelodici, adotta randagi, dona soldi ai canili, aiuta i senzatetto. Il cuore è d’oro, per carità. Ma qui parliamo d’altro: Mertens divenuto il leader della squadra, con Reina che gli ha passato il testimone, si è fermato. Ha pagato lo scotto, forse, di non aver mai potuto tirare il fiato, per assenza di un sostituto per circa 4 mesi. 

Ora tutti allarghiamo le braccia: possibile che sia questo il vero Dries? Questo ragazzotto che fa fatica a vedere la porta, che ha difficoltà a rendersi utile? A Firenze a un certo punto è venuto il sospetto che ci fosse in tribuna un notaio del Guinness dei primati a certificare il tentativo di record: peggior partita del Napoli dell’era sarriana. 28 tiri subiti, mai tanti prima d’ora. 4 quelli fatti, mai così pochi fino ad adesso. E Mertens? Strafalcioni, gioco scadente, movimento nullo, né tiri né emozioni. Tutti hanno l’alibi dell’inferiorità numerica (espulsione di Koulibaly). Ma Mertens è da tempo che non è più lui. A maggio di un anno fa decise di restare a Napoli e dire di sì alla proposta di rinnovo. Sarebbe potuto andare via a parametro zero, ma non lo fece. Chiese e ottenne, come gesto di riconoscimento, l’inserimento di una clausola alla portata di tutti: circa 28 milioni. Andrà via. Quasi certamente. Direzione Cina (ma anche Mourinho ha chiesto di lui). 

In questi due mesi ha perso la sua identità ed è un peccato che sia avvenuto nel momento in cui le sue prestazioni e non solo i suoi gol, sarebbero serviti al Napoli. Gambe stanche e fiato corto, il finale di stagione di Mertens è questo: ultimo gol il 3 marzo; 7 reti in questo anno solare in campionato (8 compreso quello in Coppa Italia all’Atalanta). Si fa fatica ad allargare le braccia quando si fa il nome di Mertens (17 gol in serie A), ma negli ultimi mesi il suo è stato un calvario. 
 
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