Napoli, via alla missione Europa:
cinque partite per la svolta

Napoli, via alla missione Europa: cinque partite per la svolta
di Marco Giordano
Venerdì 31 Gennaio 2020, 07:00
3 Minuti di Lettura
La storia del calcio è, anche, la storia di tante rimonte, di imprese fatte su singole gare, ma anche lungo tratti di stagione, quando risalire la china è complesso, come nel caso del Napoli. La vittoria contro la Juventus non cambia la sostanza di una classifica che vede il Napoli galleggiare tra la parte sinistra e la parte destra della graduatoria: ma il distacco dal sesto posto, quello che assicurerebbe la partecipazione alla prossima Europa League, dista appena quattro lunghezze, perché se il Napoli è a quota 27, ci sono Cagliari, Parma e Milan a 31 ed il Verona al centro, con 29. La rimonta, per questa piazza, non è solo possibile, ma anche instradata da un calendario che, nel mese di febbraio, potrebbe sorridere a Gattuso: lunedì la Sampdoria al Ferraris, il Lecce al San Paolo domenica 9, poi il Cagliari alla Sardegna Arena il 16, il Brescia al Rigamonti prima del Barcellona ed il Torino al San Paolo, per chiudere, il 29.
 

Salvo possibili cambi in panchina, il Toro arriverà al San Paolo con Mazzarri, l'uomo che guidò la rimonta che condusse il Napoli proprio al sesto posto nel 2009-2010, quando subentrò a Roberto Donadoni. «Furono l'entusiasmo e la voglia di rivalsa per cambiare la stagione i due elementi determinanti, c'è stato un cambiamento di atteggiamento in ogni componente della rosa con la grinta che ci trasmise Mazzarri»: Rinaudo ricorda bene quella rimonta, con il Napoli chiamato a recuperare dopo un avvio difficilissimo. Non è peregrino, per l'attuale responsabile del settore giovanile del Palermo, anche un paragone: «Dei problemi ci sono stati, con la questione ammutinamento e le multe che ne sono seguite, ma Gattuso è un ottimo allenatore ed un motivatore eccellente. Per i ragazzi dà tutto ed è per questo che i giocatori stanno percependo questo impegno, le vittorie contro Lazio e Juventus sono anche la risposta che il gruppo ha dato all'entusiasmo profuso dal tecnico». Un'altra rimonta partenopea fu quella coronata dallo scudetto del 1990, con Giorgio Perinetti come direttore sportivo: «Ho voluto Gattuso a Palermo nel 2013, avevo percepito le sue qualità di allenatore, avevo capito cosa potesse dare ad una squadra. Il Napoli ha superato una settimana difficilissima, se l'intesa tra Gattuso ed i giocatori è salda, il Napoli può fare questa impresa, può scalare le posizioni che mancano per arrivare al sesto posto e questo di febbraio può essere un mese fondamentale. Gattuso ha queste capacità innate di stimolare i giocatori e coagulare lo spogliatoio». Conosce bene l'ambiente partenopeo chi c'era nel 90, come Raffaele Di Fusco: «Visto il calendario, sulla carta, questo mese di febbraio può rilanciare il Napoli. Se si continueranno a vedere, però, questi progressi, allora gli impegni saranno, davvero, alla portata per una risalita importante. Ovvio che da qui al termine della stagione, sarà necessaria una media punti alta: Gattuso ha messo a posto situazioni tecnico-tattiche e di spogliatoio che erano molto pesanti sotto la gestione Ancelotti. Inoltre, bastava poco, come un giocatore come Demme messo là dove serviva, a cambiare le cose: il Napoli era l'unica squadra importante d'Europa a non giocare con uno così in campo. Sono incredibili i danni fatti da Ancelotti, anche se non è l'unico responsabile». 
© RIPRODUZIONE RISERVATA