Napoli, gli intoccabili di Carletto:
tornano i titolari della Champions

Napoli, gli intoccabili di Carletto: tornano i titolari della Champions
di Pino Taormina
Lunedì 10 Dicembre 2018, 07:00
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Inviato a Castel Volturno 

La notte si avvicina. Dentro o fuori, in tutti i sensi. Che tremore, e che emozioni. «Ci vogliono cuore caldo e testa fredda» ripete Carletto Ancelotti nella rifinitura della domenica mattina, il giorno dopo la gara con il Frosinone. Il sogno è quello di una Brexit modello Champions, ovvero far fuori il Liverpool dall'Europa anche senza il loro consenso. È una classifica, quella del girone Champions, invitante e beffarda, è un destino difficile e insidioso, è una partita paludosa e felice: il tecnico azzurro ne ha vissute tante di queste vigilie, sa cosa si pensa, sa cosa si prova. Gioca con le parole, come sa fare lui, con la squadra e lascia a Davide, il figlio, il compito di dare le prima indicazioni di natura tattica sulla sfida di domani.

Era il girone della morte e De Laurentiis aveva capito per primo che sarebbe stata decisiva: «Ma il Liverpool, finalista di Champions, in terza fascia che ci fa?». Ancelotti ha un assetto di cui si fida più di tutti gli altri: è il 4-4-2 con Hamsik e Allan centrali e Callejon e Fabian esterni e con la difesa a 4 (o a tre e mezzo) con Maksimovic, Albiol e Koulibaly schierati assieme. L'evento ha rassodato i muscoli del centrale spagnolo, tenuto a riposo in maniera assai prudente con il Frosinone dopo aver stretto i denti con l'Atalanta. La condizione atletica di Maksimovic, fermatosi per un affaticamento muscolare, in questa vigilia da batticuore: alla fine stringerà i denti, perché chi va a Liverpool non ci va da turista. Ci sono anche Meret e Ghoulam con entrambi che potrebbero andare in panchina. Sarebbe la prima volta in questa stagione.
 
I tre gol in cinque giorni di Milik non modificano le attuali gerarchie offensive di Carletto. Saranno Mertens e Insigne a sfidare la Kop e il popolo dei Reds che sogna gli ottavi e che da sabato è in testa a quella Premier che non vince dal 1990 (esattamente come il Napoli in serie A) e che è il vero obiettivo della stagione. Il Napoli sa che non potrà mettere un bus sulla linea di porta, anche se 7 volte su 20 in questa stagione ha terminato la partita senza prendere gol. In Champions due volte: a Belgrado e con il Liverpool all'andata. Che notte, quella di Liverpool: tutti vogliono esserci, da Zielinski (che prima di firmare per il Napoli si era fatto fotografare con la casacca dei Reds, convinto che sarebbe andato lì) a Hysaj e Milik, destinati invece alla panchina perché è una di quelle partite in cui si può fare la storia. Ancelotti sa bene che i particolari sono essenziali: Carlo ha già rivisto cinque volte l'andata di Liverpool-Psg. E così hanno fatto anche i suoi più stretti collaboratori. In porta torna di nuovo a Ospina che, nonostante i trascorsi all'Arsenal, è all'esordio ad Anfield Road: ha giocato solo due volte contro il Liverpool e mai in casa dei Reds.

Ancelotti ha già spiegato ai suoi che sarà un Liverpool diverso da quello del San Paolo: conosce Klopp e ha messo in guardia i suoi sulla forza di una squadra contropiedista e rettile, capace di mordere sempre. Carletto ha dalla sua i numeri: è dal 2001 che non viene eliminato dalla fase a gironi della Champions (che poi ha vinto con il Milan due volte e con il Real Madrid). E anche vero, però, che proprio un ko in Champions, con il Psg nel settembre del 2017, gli costò la panchina del Bayern. Ma forse pesò ben altro in quell'addio. A Napoli sta mettendo in pratica la frase che appartiene al suo vocabolario classico. «Non stravolgerò la squadra e mi adatterò ai miei giocatori al cento per cento». Ed è esattamente quello che ha fatto fino ad adesso e che ha consentito agli azzurri di essere secondi in classifica e in piena corsa per la qualificazione.

La sua vigilia è un inno all'ottimismo. Ripete ai suoi che non serve un miracolo per passare il turno, perché ormai vincere o pareggiare in casa del Liverpool sarebbe normale, non strano. Lui ci crede, perché è convinto di avere una squadra forte: d'altronde gare come quella di domani sera sono troppo importanti, sono come una finale, al confronto sparisce tutto, anche le cose del nostro campionato: giocare in certe serate è un privilegio, vincere è straordinario. La squadra partirà per l'Inghilterra intorno alle 10 di oggi e nel pomeriggio svolgerà allenamento di rifinitura dentro quello stadio vuoto e spaventevole: per molti è la prima volta qui, nemmeno Insigne, Albiol, Callejon ci hanno mai messo piede. Solo Mertens ci ha giocato con l'Utrecht nel 2010 (fece 0-0) e ovviamente Hamsik che della doppia sfida nella fase a gironi di Europa League nel novembre del 2010 è l'unico sopravvissuto.
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