Napoli, è novembre il mese chiave:
Ancelotti prepara il turnover

Napoli, è novembre il mese chiave: Ancelotti prepara il turnover
di Pino Taormina
Mercoledì 17 Ottobre 2018, 11:00
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Quello che Ancelotti sottolinea, in questi giorni di apparente relax con i nazionali sparpagliati fino a ieri in giro per l'Europa, è che il suo Napoli ha un punto di forza: ha dimostrato di saper perdere. Dopo la Juventus, il successo con il Liverpool e la vittoria con il Sassuolo hanno provato che qualcosa è cambiato rispetto al passato. In positivo. Non è cosa di poco conto: il Napoli ha dimostrato di avere forze nelle gambe, ma anche nel cervello. Ma ha bisogno di conferme, a cominciare dalla partita con l'Udinese.

I confronti aiutano a capire: lo scorso anno, nella stagione della cavalcata dei 91 punti, il Napoli ha perso solo tre volte in tutto. Non scivoloni isolati, però: dopo la caduta interna con la Juve, il primo dicembre, arrivò la sciagurata trasferta di Rotterdam con il Feyenoord (1-2) e lo 0-0 al San Paolo con la Fiorentina; e dopo il successo della Roma al San Paolo (4-2) gli azzurri conquistarono 5 punti nelle tre gare successive (vittoria con il Genoa e pari con Inter e Sassuolo).

Alla fatal Firenze, poi, seguì il 2-2 con il Torino. Ma tutto ormai era completamente anestetizzato. Ebbene, con Carletto in panchina questo non è accaduto: la delusione per il capitombolo con la Sampdoria si è dissolta nella sabbia perché subito dopo è arrivata la prima sosta. Ma è stato, per Ancelotti, il 3-1 allo Stadium, a opera del nemico peggiore, il segnale del cambiamento. Le certezze non sono state saccheggiate, al contrario la squadra non si è tirata indietro e ha ripreso il cammino, battendo i Reds in Champions e la squadra di De Zerbi a Fuorigrotta.
 
Ovvio che se hai Ancelotti in panchina non puoi pensare al piazzamento d'onore a priori. E Carlo non si nasconde, non vuole certo portare la Juventus all'altare per l'ottava volta consecutiva: vuol vincere seguendo i piani presidenziali, ovvero quello di far crescere la rosa nel suo complesso.

Cosa che, secondo De Laurentiis, è possibile. Lo ha spiegato il presidente l'altro giorno a Solopaca: «Ha vinto ovunque, l'ho preso perché vinca anche qui», la sintesi del suo pensiero. E Ancelotti sa che non è tempo di volate e che ancora non ci sono le transenne ai lati. Ma lo sguardo al calendario lo ha dato. Difficile poter pensare di accorciare le distanze dalla vetta nelle prossime tre giornate, ma da un certo momento in poi le cose iniziano a cambiare.

Prima della sosta di novembre, la Juve va in casa del Milan ed è la prima trasferta complicata della stagione bianconera. Allegri è davanti a punteggio pieno ma Ancelotti di certo non molla. Anzi. Pensa a un turnover scientifico nelle prossime 4 gare di campionato, in cui non potrà ancora fare affidamento su Meret e Ghoulam: una rotazione di uomini che ha come obiettivo quello di avere più giocatori al top in contemporanea.

D'altronde, vi ricordate cosa disse a maggio De Laurentiis? «La squadra è arrivata senza benzina». Ecco, questo il patron non vuole che avvenga. E Ancelotti condivide.

Avanti in Champions e restare incollati al primo posto, pronti a saltare addosso alla Juventus. Per questo è importante la reazione dopo il ko dello Stadium con il Napoli che è tornato subito quella di sempre, come il motociclista che rimonta in sella dopo una caduta traumatica. Con più fame però. Ancelotti lo ha preteso alzando la voce. In questo la sconfitta aiuta: inietta orgoglio nelle motivazioni, un po' come la malattia che rafforza gli anticorpi. La squadra non è ancora al completo, ma Carlo è abituato a gestire questo tipo di situazioni: ha sempre allenato al top, quindi ha sempre fatto i conti con le convocazioni dei nazionali. Di sicuro, garantisce Ancelotti, ci sarà da divertirsi in questo torneo. E attende la Juve alle prime vere fatiche della serie A, quando a novembre dovrà sfoderare il meglio di sé per uscire indenne dal campo della Fiorentina, dal derby col Toro, e dalle gare interne con Inter e Roma. Una dietro l'altra, in un mese di ferro. Impossibile prevedere quello che succederà.

Non è una serie A che regala possibilità di rilassarsi, però è evidente che il Napoli ha davanti a sé due scontri diretti: con Roma e Inter. E con la squadra di Spalletti nella sera di Santo Stefano. In quei giorni natalizi sarà tutto più chiaro, anche ad Ancelotti. Che, però si stupirebbe se non vedesse il suo Napoli in cima a tutto. A Castel Volturno non girano tabelle, ma questo gruppo può dirsi già squadra vera. Nonostante il cambio alla guida tecnica. C'è ormai una solida identità di gioco: il 4-4-2. I tentativi tattici andranno magari ancora avanti, ma solo nel caso in cui non ne risenta la lucidità della squadra. Per esempio, Carlo è tentato dal 4-3-1-2 per vedere Zielinski trequartista, come fa con la Polonia. Ancelotti, per quanto ha dimostrato, resta una delle migliori risorse del Napoli.
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