Stadio, il grido d'allarme del Napoli:
«Così non giochiamo al San Paolo»

Stadio, il grido d'allarme del Napoli: «Così non giochiamo al San Paolo»
Giovedì 19 Luglio 2018, 07:00 - Ultimo agg. 11:05
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Inviato a Dimaro-Folgarida

Quello del calciomercato non è certo l'unico tema a tenere in ambasce i tifosi del Napoli. C'è un'altra questione che al momento non sembra essere troppo chiara e riguarda il futuro della casa degli azzurri. Lo stadio San Paolo è attualmente un rebus grande così. E il rischio è davvero quello di vedere assistere all'esordio casalingo di Carlo Ancelotti lontano da Fuorigrotta e lontano dalla marea azzurra che solitamente accompagna le partite del Napoli. «Ad oggi siamo a zero e non ci sono i requisiti per giocare», ha spiegato l'head of operations Alessandro Formisano. Non esattamente una buonissima notizia per i tifosi del Napoli che adesso temono di doversi attrezzare per lunghe trasferte al fine di seguire le gare casalinghe della loro squadra del cuore in attesa di avere ulteriori delucidazioni.

«Anche quest'anno siamo iscritti a Palermo», ha aggiunto Formisano. «Ma ci auguriamo di fare il twist e tornare a Napoli prima dell'inizio delle competizioni. La Uefa aspetta il cambio dei sediolini che non rispondono ai loro criteri così come a quelli della Lega». Le sensazioni sono difficili da interpretare perché il Napoli spera in una corsa contro il tempo anche in virtù delle promesse ricevute. «Il Comune ci ha rassicurato che nell'ambito delle attività delle Universiadi il cambio dei sediolini sarà previsto e che presto arriveranno delle risposte».
 
Intanto il presidente della commissione per lo sport a Napoli Carmine Sgambati ha lanciato una serie di accuse al club azzurro in un'intervista al Mattino per non avere pagato l'affitto del campo per le gare e di non essersi presentato alle ripetute convocazioni ricevute. «Sgambati commette un errore di opportunità: non può convocarci perché non lavoriamo per lui. Se vuole avere uno spirito collaborativo può chiederci di fissare un incontro, ma se ci convoca quando siamo a Dimaro è impossibile presentarsi». Difficile allora che il Napoli possa rispondere alla convocazione del 26 luglio. «In quella data saremo ancora qui a lavorare per preparare la stagione, se Sgambati vuole venire lui qui, saremo felici di accoglierlo». Ma non solo. «Sgambati dimentica che nei vertici dialoghiamo costantemente con l'amministrazione generale del Comune e quindi non cerchiamo altri interlocutori».

Un altro aspetto sul quale Formisano intende fare chiarezza è quello relativo ai debiti del Napoli nei confronti del Comune. «Il Napoli vanta dei crediti, fin dal montaggio dei tornelli datato febbraio 2007, e bisognerebbe avere l'onestà intellettuale di raccontare tutti i passaggi prima di parlare di eventuali debiti da parte nostra. E sinceramente preferisco non andare oltre».

A questo punto, però, i tifosi non sanno ancora quali saranno le sorti dello San Paolo. «In questo momento non mi sento di puntare il dito contro nessuno: noi abbiamo fatto un incontro con alcuni responsabili del commissariato di governo delle Universiadi ai primi di giugno e ci hanno detto che dopo il concerto in onore di Pino Daniele avrebbero iniziato i lavori per la pista d'atletica ma ad ora non mi pare di aver visto neanche un omino aggirarsi sulla pista di atletica. Sono stati effettuati dei lavori per le vie di fuga eliminando alcune file, ma non abbiamo ancora la mappa dello stadio e questo rende difficile lanciare la campagna abbonamenti».
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