Zeman e l'allievo Lorenzo: Sarri ha restituito a Insigne il suo ruolo e la voglia di attaccare

Zeman e l'allievo Lorenzo: Sarri ha restituito a Insigne il suo ruolo e la voglia di attaccare
di Antonio Moschella
Martedì 2 Febbraio 2016, 11:25
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Zeman a Roma. Con il Lugano, la squadra svizzera che allena in questa stagione, in ritiro nella capitale, presso il centro sportivo dell'Acquacetosa, dove Maradona si preparò per il Mondiale del 90, seguito dal professore Dal Monte. Attento il boemo, ex tecnico degli azzurri, a quanto accade in campionato, soprattutto al Napoli che vola con Insigne, uno dei suoi pupilli, allenato prima a Foggia in Lega Pro e poi a Pescara in serie B.

Zeman, ha qualche rimpianto per quella brevissima esperienza vissuta a Napoli nel 2000?
«Non pochi, anche perché la squadra a disposizione non era così scarsa da retrocedere e in più sono capitato a Napoli in un momento difficile per la società. Mi esonerarono dopo il pareggio di Perugia, dove avevamo giocato bene, ed era un campo difficile: là una settimana prima aveva perso la Juventus. Poi c'erano due presidenti (Ferlaino e Corbelli ndr) che mi dicevano rispettivamente di non parlare con questo e di non parlare con quest'altro. C'era molta confusione in generale e in un ambiente del genere non fu facile lavorare».

Quei pochi mesi però le saranno bastati per farsi un'idea di come si vive il calcio a Napoli.
«È una bella piazza, la gente segue il calcio con passione e si interessa alla squadra. Io ho provato a richiamare l'attenzione dei tifosi per farli avvicinare ancora di più alla squadra. Ora il Napoli sta facendo bene e spero che possa continuare così».

Può vincere il campionato?
«Sì, ce la può fare. È vero anche che la Juventus è forte, viene da dodici vittorie consecutive e ha trovato la quadratura dopo aver perso giocatori importanti in estate. Eppure la Juventus non ha quei quattro davanti che ha il Napoli, giocatori che fanno la differenza».

Tra questi quattro c'è Insigne, suo allievo a Foggia e Pescara: immaginava che potesse arrivare a a quei livelli?
«In realtà pensavo potesse raggiungerli anche prima, viste le sue qualità. Poi con Mazzarri evidentemente non è riuscito ad esprimersi al meglio perché ha dovuto fare quasi il terzino, quando lui è uno che deve giocare da metà campo in avanti. Per due o tre anni non ha giocato nel suo vero ruolo, mentre adesso con Sarri ha trovato la sua posizione ideale ed è volto principalmente a costruire gioco in attacco».

Non solo un assistman ma anche un bomber, arrivato già a dieci gol dopo 22 gare di campionato.
«A lui piace molto fare assist, sì. Anche se poi è normale, come accade a tutti, che voglia vedere il suo nome sul tabellino dei marcatori e sulle prime pagine dei giornali. Lui ha anche il gol nelle sue corde, dato che con me ne ha segnati 25 a Foggia e 25 a Pescara, tra campionato e coppa».

Eppure ancora non è sicura la sua presenza all'Europeo.
«Queste sono scelte che spettano al commissario tecnico. Io penso che si tratti del miglior esterno offensivo italiano in questo momento, ma dipende sempre dal tipo di schema e di gioco che l'allenatore Conte vorrà proporre».

Insieme a Insigne lei a Foggia ha allenato anche il difensore Regini, nuovo rinforzo del Napoli: che ne pensa?
«Bisognerà vedere come è evoluto nel corso degli ultimi anni perché la sua prerogativa è la fase offensiva. Ma è passato molto tempo e penso che sia migliorato a difendere. È un giocatore con una buona corsa e con un buon piede».








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