Mergellina, lo scempio dell'antica fontana del leone a secco e piena di rifiuti

Il Comune ha stanziato 800mila euro per il recupero degli impianti storici della città

La fontana del leone
La fontana del leone
di Antonio Folle
Domenica 29 Ottobre 2023, 18:01 - Ultimo agg. 30 Ottobre, 17:22
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Quando per volere del re Ferdinando IV di Borbone fu costruita la superba fontana del Leone, nata per approvvigionare di acqua - la celebre acqua del Mergoglino - il casino da pesca reale e le case del circondario, nessuno avrebbe potuto immaginare che, oggi, dello splendore di quella fontana e della freschissima acqua che zampillava non resta praticamente più nulla. Non solo la fontana è a secco da ormai diversi anni, ma il monumento stesso, costruito alla fine del '700, nonostante il suo elevato pregio artistico giace semi-abbandonato tra cartacce, deiezioni umane ed animali e spazzatura gettata alla rinfusa. Di tanto in tanto i residenti ed i commercianti della zona cercano di mettere un freno al degrado, finanziando interventi di pulizia o intervenendo in prima persona, ma le istituzioni cittadine sembrano aver quasi completamente dimenticato quell'antica fontana che, un tempo, affacciava direttamente sul mare.

Oggi il leone osserva un brutto palazzone costruito durante il risanamento e il mare, da queste parti, sembra essere solo un lontano ricordo.

Mentre la scultura fa la guardia gli autobus, alle automobili e agli scooter in transito, il degrado avanza, e con esso la rabbia di chi avrebbe voluto ben altro destino per un'opera pensata per rifornire d'acqua le abitazioni e, soprattutto, per abbellire uno dei quartieri più cari ai sovrani della dinastia borbonica. 

Il Comune di Napoli, con una delibera di giunta risalente a non molti mesi fa, ha stanziato circa 800.000 euro per il recupero e la rifunzionalizzazione di diverse fontane monumentali sparse in giro per la città. Tra queste anche la fontana del Leone che, però, ad oggi continua a vegetare in condizioni di impietoso e indegno degrado. A peggiorare la situazione, ovviamente, l'incivilità di molti napoletani che utilizzano i marmi della fontana come panchina e la vasca come uno sversatoio di rifiuti, lasciandosi dietro le immancabili e orribili scritte realizzate con pennarelli indelebili.

«Nonostante l'elevata presenza di turisti a Napoli - denuncia Emilio Caserta del Movimento Neoborbonico - nonostante il risveglio culturale che la nostra città sta vivendo, ma anche grazie all'attività di denuncia da parte di associazioni come la nostra e di quotidiani come Il Mattino, viviamo ancora in uno stato di degrado e mancanza totale di manutenzione anche per monumenti storici così importanti come la fontana del Leone voluta dai Borbone. D'altronde la mancanza di rispetto verso la nostra storia da parte delle istituzioni locali è cosa nota, basti pensare al crollo dell'arco borbonico di cui non rivedremo mai la ricostruzione, alla propaganda sull'Albergo dei Poveri che vogliono spezzettare in piccoli progetti, senza una reale novità culturale, come il Progetto dell'Accademia delle eccellenze di Napoli e del Sud presentato dai neoborbonici. Lo stesso vale per i crolli delle pietre dal Maschio Angioino - continua Caserta - o al degrado del cimitero di Poggioreale. Questa è la perdita della memoria. L'abbandono di questi siti, porta al degrado, ed il degrado porta ai crolli. La cultura della prevenzione non fa parte di chi ci governa, al contrario di quando governavano i Borbone».

E lo stato della fontana del Leone ha finito per rinfocolare l'aspra polemica che da ormai diversi mesi ruota attorno alla ricostruzione della Venere degli Stracci, che sarà prossimamente reinstallata a piazza Municipio dopo essere stata data alle fiamme. 

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«Continua senza sosta - la polemica della consigliera regionale Maria Muscarà - quella che è a tutti gli effetti un'opera di sostituzione delle nostre opere d'arte, e la fontana del Leone ne è un degno esempio, con i pezzotti che vogliono imporci oggi. Il popolo napoletano dovrebbe seriamente interrogarsi sul perchè si continui ad investire su questa pseudo-arte e, nel contempo, si lasciano decadere pezzi così importanti del nostro patrimonio storico-culturale. Evidentemente la Napoli monumentale che ci ha resi famosi nel mondo deve essere sostituita da queste imposture che vogliono spacciare per opere d'arte, tutto mentre l'arte, quella vera, affoga nel degrado, nella monnezza e nel disinteresse delle istituzioni».

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