Napoli-Benevento, il derby che nessuno può sbagliare

Napoli-Benevento, il derby che nessuno può sbagliare
di Francesco De Luca
Domenica 17 Settembre 2017, 10:21
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La grande voglia di riscatto di Napoli e Benevento è l’elemento più importante del derby che si gioca per la prima volta in A. Lontano è il ricordo dei due disputati in C, vinti dagli azzurri - il primo con Ventura, l’altro con Reja - sui giallorossi. Il San Paolo riabbraccia Mertens & co. dopo la prima caduta della stagione, la sconfitta in Champions a Charkiv. Poco più di mille beneventani accompagnano la squadra bloccata a zero punti dopo tre partite nella speranza che la missione a Fuorigrotta sia l’occasione per la svolta. È vietato sbagliare.

Le scelte di Sarri per il derby lasciano pensare che considera il campionato la priorità rispetto alla Champions perché si rivedono Allan e Mertens, mercoledì lasciati in panchina per oltre un tempo, due mosse che hanno inciso sulla prestazione contro lo Shakhtar Donetsk. È impensabile, proprio alla luce della considerazione nei confronti del primo avversario del girone, che il tecnico abbia optato per le seconde linee in Ucraina. La rotazione, almeno in questo momento, non può riguardare Allan che dà robustezza al centrocampo e Mertens che è decisivo in attacco. Rappresentano delle certezze, al contrario - sempre in questa fase di avvio in cui incidono anche le differenti risposte ai carichi di lavoro - di Hamsik, il capitano appannato ma difeso apertamente dal tecnico, che lo ha fatto sempre giocare e lo ha sempre sostituito. Farà così anche nel derby, convinto che Marek saprà ripagare i continui attestati di fiducia basati non sulla riconoscenza per quanto ha dato negli anni ma sulla capacità del giocatore di inserirsi tra le linee e di mettere in difficoltà con un tocco le difese avversarie. Ma la sua luce, per ora, è meno intensa.

Il Napoli non è riuscito in Champions a ribaltare partite oggettivamente cominciate male, come quelle con l’Atalanta e il Bologna. Sarri s’aspetta un altro genere di partenza contro il Benevento, che è nella scomoda posizione di ultima della classe e, dopo essere stato protagonista della favola del doppio salto dalla C alla A, sta scoprendo l’altra faccia di questa categoria: affascinante finché si vuole ma durissima. Baroni, che torna nello stadio dovesse visse la gioia dello scudetto del ‘90, ha perso di misura le prime tre partite. L’ultima sconfitta, quella contro il Torino allo stadio Vigorito, ha manifestato limiti difensivi e caratteriali di una squadra che fin dal primo giorno sa che dovrà faticare per la salvezza. Peraltro, a Fuorigrotta non ci saranno gli esterni D’Alessandro e Ciciretti e sul gioco ciò inciderà, anche perché le soluzioni sono rappresentate da laterali più difensivi. Il tecnico lancerà Armenteros, svedese di origini cubane che ha scoperto la serie A a 27 anni. Delle leggerezze degli avversari, come quella che una settimana fa ha consentito al Toro di vincere a Benevento, gli attaccanti del Napoli sanno spesso e volentieri approfittare. Ecco perché Baroni, ex difensore, cercherà di limitare il tridente e gli inserimenti di Ghoulam a sinistra, provando a strappare il primo punto in serie A contro un avversario di caratura superiore a cui gli schiaffi in Ucraina dovrebbero aver fatto bene. La lezione sarà servita a capire che si può puntare allo scudetto soltanto giocando ad alta intensità, senza mai smarrire umiltà e concentrazione. Quando il ritmo cala e il possesso palla si riduce a “normali” percentuali, il gioco e i risultati ne risentono.

Il derby ha risvolti che vanno oltre gli aspetti tecnici. Era dagli anni di Maradona che il Napoli non sfidava una corregionale in A, l’ultima fu l’Avellino oltre trent’anni fa. A Napoli non c’è la seconda squadra, né in Campania, dopo il decennio irpino, c’è stato chi è rimasto con continuità a certi livelli. Le grandi piazze hanno vissuto l’onta dei crac societari, Napoli compresa. Il Benevento prova a scalare questa montagna e a guadagnarsi la permanenza in A con i ragazzi che hanno conquistato la promozione e i rinforzi di un mercato che non poteva essere superiore sotto l’aspetto delle spese perché il presidente Vigorito ha fissato chiari paletti su acquisti e ingaggi. Oggi questo imprenditore che ha casa e uffici a Napoli vorrebbe regalare una gioia al popolo del Sannio, dove c’è da sempre grande passione azzurra. È l’occasione, questa partita, anche per stabilire un nuovo e positivo rapporto tra la tifoseria napoletana e quella di un’altra campana dopo le tensioni e le violenze che vi sono state in occasione delle partite con Avellino e Salernitana. Sarebbe un ulteriore segnale di crescita.
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