Napoli e la difesa in crisi, intervista ad Alessandro Renica: «Garcia attento, cambiare è un errore»

«Che errore non conoscere il passato del Napoli»

Giovanni Di Lorenzo
Giovanni Di Lorenzo
di Bruno Majorano
Venerdì 22 Settembre 2023, 07:20 - Ultimo agg. 23 Settembre, 19:40
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Da campione d'Italia con il Napoli di Maradona, Alessandro Renica non ha mai smesso di restare legato ai colori azzurri.

Da ex difensore, che idea si è fatto del reparto arretrato del Napoli che sta avendo così tante difficoltà?
«Credo sia un problema di squadra».

Non pensa che l'addio di Kim stia pesando troppo?
«Non è tutto legato all'assenza del coreano».

Si spieghi.
«Le difficoltà sono legate a un discorso di squadra.

L'anno scorso pressavano tutti alti e così aiutavano la difesa. Quest'anno non si vede più quell'aggressività nel recupero della palla che aveva caratterizzato il Napoli di Spalletti».

In questo senso, però, Garcia ha detto di non voler guardare al passato...
«E sbaglia. Di grosso».

Ovvero?
«Che errore non conoscere il passato del Napoli. Gli darei un consiglio...»

Prego.
«Si vada a vedere le immagini delle partite del Napoli dell'anno scorso. Così si renderà conto che quella squadra aveva già tutte le idee. Il Napoli sapeva cosa fare ogni volta. Se hai tra le mani una Ferrari non la devi modificare a meno che non la fai diventare ancora più veloce. Ma se addirittura la fai andare più piano c'è un problema grosso».

Insomma: tutta colpa di Garcia?
«Come a tutti gli allenatori, anche a lui va dato del tempo. Subentrare a Spalletti vuol dire essere messo a confronto con un passato molto ingombrante. È una pressione pazzesca che non so se sarà in grado di gestire. Quella squadra era ingiocabile per qualunque avversario. Che errore rinnegare il passato: il Napoli non aveva bisogno di idee nuove».

E ora?
«Garcia non può portare nessuna idea in questo Napoli: c'erano già tutte. Verticalizzava quando veniva preso alto, palleggiava quando doveva imporre il proprio gioco o andava sull'ampiezza quando l'avversario si chiudeva».

Cosa si aspetta dai calciatori?
«Il gruppo deve aiutare l'allenatore. Sono giocatori di personalità, devono tirarla fuori e parlare con Garcia. Se ci sono delle mancanze è giusto che gliele facciano notare».

Quello dell'approccio del nuovo allenatore è l'unico problema?
«Penso che alcuni giocatori non stiano esprimendosi con la solita personalità: Di Lorenzo è rimasto sempre regolare, mentre Kvara è diverso».

Come se lo spiega?
«Magari ci potrebbe essere un po' di malumore legato ai rinnovi: sono cose che contano».

Come giudica la coppia difensiva Ostigard-Juan Jesus?
«Il brasiliano è una garanzia ma non puoi pensare che faccia tutto il campionato da titolare. Ha bisogno anche di prendere delle pause. Invece quando hai degli obiettivi importanti devi avere giocatori sempre regolari e sempre concentrati. Ostigard è un giovane di prospettiva molto interessante e gli andrebbe data fiducia. A me piace. Anche lui l'anno scorso si esprimeva meglio».

E Natan?
«Tipico profilo per la politica di De Laurentiis: prendere giovani da valorizzare per poi rivenderli».

Ma non sempre può andare bene...
«È già successo qualche volta e in quei casi il presidente cerca di perderci il meno possibile. De Laurentiis non ragiona come i tifosi: non avrebbe certo preso il Sergio Ramos di turno».

E ora cosa ci si deve aspettare dal campionato?
«È troppo presto per dire che il Napoli sia fuori dai giochi per lo scudetto. Ne vedremo delle belle. Di sicuro l'Inter è la squadra più completa e mi ha impressionato più delle altre. Sembra quasi il Napoli dell'anno scorso. Ma mai dire mai: anche tre anni fa erano partiti sparati e poi sono spariti». 

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