Benevento, intervista Gennaro Volpe Asl: «Ambulanze e auto mediche, così il servizio è potenziato»

Parla il direttore generale dell'Asl affrontando il tema caldo della demedicalizzazione

Il direttore generale dell'Asl Gennaro Volpe
Il direttore generale dell'Asl Gennaro Volpe
di Claudio Coluzzi
Giovedì 18 Aprile 2024, 00:00 - Ultimo agg. 08:35
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Gennaro Volpe, direttore generale dell’Asl di Benevento, ha, nell’ufficio, alle sue spalle, una mappa del territorio sannita come uno stratega di altri tempi. Ma negli spazi multicolori che rappresentano i distretti sanitari non colloca bandierine, bensì ambulanze e auto mediche.

Si perchè la sua battaglia quotidiana si chiama «organizzazione dell’emergenza sul territorio». Gli manca però l’esercito, ossia non ha medici di emergenza perchè nessuno vuole lavorare sull’ambulanza o in un pronto soccorso quando, per gli stessi soldi, se ne sta in un reparto o in un ambulatorio.

Direttore, perchè ha deciso di togliere i medici dalle ambulanze?
«Non è una decisione, ma una necessità.

Negli ultimi cinque anni i medici disponibili per questo servizio sono passati da 78 a 48. Il che vuol dire che, considerando i turni, sarebbe possibile avere solo 5 ambulanze con medico e 6 con personale infermieristico. Quindi ho deciso di potenziare il servizio».

«Ma come potenziare, ora ci sono 30 medici in meno sul territorio...»
«Non è così, tenendo conto che i medici sono quelli e sono andati a vuoto tutti i tentativi per reperirne altri, ci siamo organizzati per avere 11 ambulanze con 6 auto mediche che intervengono nei casi più gravi in cui la presenza del medico è necessaria».

Direttore ci faccia capire bene, in primo luogo cosa avete fatto per reperire più medici per le ambulanze?
«Abbiamo bandito diversi concorsi che, o sono andati deserti, o hanno visto la partecipazione di un numero esiguo di professionisti e quelli che hanno partecipato, di fatto, erano gli stessi già in servizio che sono stati stabilizzati. Per cui la carenza di personale è rimasta invariata...»

Avete provato anche con la messa a disposizione straordinaria di ore di specialistica?
«Su questo bisogna essere chiari. I vuoti in organico vanno coperti con il personale da immettere in servizio, solo in caso di esigenze straordinarie si può ricorrere alle ore aggiuntive. E, comunque, un medico non può fare un numero illimitato di ore aggiuntive oltre al suo orario di lavoro: primo perchè è vietato dalla legge, secondo perchè io devo garantire la sicurezza del paziente e non posso certo consentire turni massacranti per medici che poi devono prendere decisioni terapeutiche delicate e possono non avere tutta la lucidità necessaria».

Quindi la soluzione è che, se mi sento male in una zona distante da un ospedale (i due operativi sono solo a Benevento città) mi può capitare che arriva l’ambulanza senza medico e non possono, ad esempio, operare per un infarto in atto?
«Ma non è assolutamente così. Dalla chiamata ricevuta l’operatore del 118 valuta se è necessario o meno il medico e, in caso affermativo, arrivano sia l’ambulanza sia l’auto medica contemporaneamente. Se basta l’assistenza infermieristica specializzata arriva il mezzo con gli infermieri. Le auto mediche sono dislocate in punti nevralgici sul territorio come pure le ambulanze, sono in condizioni di raggiungere in poco tempo il paziente. Del resto questo sistema viene attuato a Caserta, a Napoli a Salerno e in buona parte d’Italia, perchè solo nel Sannio non dovrebbe funzionare?

Ma il Sannio è molto diverso dal punto di vista orografico, per le condizioni meteo e la tipologia delle strade da Napoli e Caserta, giusto per fare un esempio...
«E per questo noi abbiamo potenziato servizi sanitari su tutto il territorio. Ad esempio nel distretto Alto Sannio Fortore, una zona caratterizzata da svantaggi orografici e una popolazione con età media avanzata è stata disposta una pubblicazione straordinaria di ore di specialistica ambulatoriale a seguito della quale sono stati reclutati due nuovi medici, uno specialista in Reumatologia e uno in Otorinolaringoiatria. Questi professionisti hanno accettato l'incarico e saranno operativi nei comuni di San Bartolomeo in Galdo e San Marco dei Cavoti a partire dal mese di maggio. A queste risorse, si aggiungono altri dirigenti medici specializzati in Igiene e Sanità Pubblica, che contribuiranno ad implementare strategie preventive e a promuovere la salute pubblica nella comunità locale. Alla Radiologia del Distretto, sono stati recentemente installati strumenti diagnostici avanzati, tra cui una TAC e un mammografo di ultima generazione che, grazie all’ultimo open day screening contro i tumori, hanno consentito ad un elevato numero di cittadine di sottoporsi gratuitamente all’esame mammografico e, in qualche caso, ad un successivo approfondimento diagnostico. E anche in altre sedi Asl ci sono strumentazioni diagnostiche all’avanguardia, per limitare al massimo gli spostamenti dei pazienti».

Ma se l’organizzazione funziona perchè ci sono tante opposizioni alle ambulanze demedicalizzate?
«Io ho discusso di questo potenziamento con rappresentanti sindacali, associazioni, responsabili di settore, c’è stata sempre grande condivisione anche perchè, come dicevo, la mancanza di medici impone una nuova organizzazione».

E i sindaci perchè protestano?
«I sindaci difendono la loro collettività ma gli interessi di una collettività a volte vanno valutati in un ambito più vasto dei confini del territorio comunale. I medici dell’emergenza, le ambulanze, le auto mediche sono a disposizione di tutti con la stessa celerità d’intervento e professionalità nell’assistere i pazienti e tutelare la salute».

Quando andrà in vigore nella sua interezza la demedicalizzazione delle ambulanze?
«Il potenziamento del servizio di emergenza è già in atto e andrà avanti gradualmente e nell’interesse di pazienti ed operatori sanitari».

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