Angelo Scalzone, finalmente
un viale a cinque cerchi

Andrea Scalzone, nipote del campione olimpico Angelo
Andrea Scalzone, nipote del campione olimpico Angelo
di Diego Scarpitti
Lunedì 31 Luglio 2017, 21:38
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Il tempo non sbiadisce il ricordo né cancella la memoria.

Trent’anni dalla sua morte, tre anni dall’insediamento del primo cittadino. Lentezze della burocrazia, formalismi desueti, cavillosità ingiustificate rischiavano seriamente di ritardare ancora e compromettere definitivamente un atto dovuto. La toponomastica rende merito ad un campione a cinque cerchi. Finalmente. A Castel Volturno viale delle Acacie intitolato ad Angelo Scalzone, (Casal di Principe, 2 gennaio 1931 –  Villejuif, 29 aprile 1987), medaglia d’oro nel tiro al volo, specialità piattello fossa olimpica, a Monaco 1972. La cerimonia ufficiale si è svolta alla presenza del sindaco Dimitri Russo e dell’assessore allo sport Carlo Nugnes del Comune in provincia di Caserta, al cospetto della vedova, la signora Carmelina Vino Moio, del figlio Armando e del nipote Andrea. Tanti i cittadini intervenuti per omaggiare l’infallibile cecchino azzurro, dimostrazione di stima e vicinanza, tra cui Sante Marsili, pallanuotista napoletano, doppio bronzo iridato a Cali (1975) ed europeo a Jonkoping (1977), argento alle Olimpiadi di Montreal (1976) oro ai Mondiali di Berlino (1978).

“Ad Angelo, detto don “Peppino”, tiratore italiano, medaglia d’oro nel tiro a volo, specialità piattello fossa, alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Vinse la competizione olimpica con il punteggio record di 199/200, davanti al campione mondiale in carica, il francese Michel Carrega (198/200) e all’italiano Silvano Basagni (195/200).
Nato a Casal di Principe, ha sempre vissuto a Castel Volturno, dove si trasferì alla fine degli anni ’30. Campione mondiale nel 1967, fu esempio di passione e valore, dedicò la propria vita interamente alla famiglia e allo sport” si legge nelle motivazioni addotte in favore di uno sportivo che ha dato certamente lustro alla Nazione, fonte di grande ispirazione, perché ha insegnato a credere nei sogni, a desiderare la meta, riuscendo a vincere con pieno merito.  

Esprime soddisfazione e compiacimento il nipote Andrea Scalzone, che però non ha avuto la fortuna di conoscere il suo predecessore. “Una commemorazione di cui andare orgogliosamente fieri in un territorio difficile, noto alle cronache per tragedie assurde o per altri motivi. Rivolgo un ringraziamento speciale al sindaco, in quanto ha rispettato la parola data, al di là di ogni pensiero politico. Le imprese compiute restano negli annales della storia. Questa strada rimarrà qui per sempre. Spero in futuro di realizzare altre iniziative ed esporre i trofei di mio nonno. Questo può essere l’inizio di un percorso”.

Cambia la disciplina ma c’è sempre uno Scalzone a far parlare di sé: nel canottaggio Alfonso, tesserato con il Reale Yacht Club Canottieri Savoia, di recente medaglia d’oro nel due senza pesi leggeri di canottaggio ai Campionati del Mondo under 23 a Plovdiv in Bulgaria, nella pallanuoto Andrea, ex attaccante del Circolo Nautico Posillipo e goleador con la calottina della Rari Nantes, appassionato di basket come il padre Armando, ex cestista, Angelo il promettente calciatore che ha militato nel settore giovanile del Napoli, lo zio Roberto, allenatore di tiro a volo della nazionale qatariota, il pallavolista Maurizio con la figlia Roberta, amante del volley. Senza dimenticare il compianto capostipite e carismatico Angelo, protagonista indimenticabile di un’impresa leggendaria nel cuore non soltanto dei suoi parenti.

Gli Scalzone, in pratica, una famiglia di campioni, forse unica nel globo. 
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