Juventus-Napoli, venerdì 8 dicembre la prima volta di Giuntoli da avversario

Negli occhi dei tifosi azzurri c'è ancora il gol di Raspadori

De Laurentiis Giuntoli
De Laurentiis Giuntoli
Eugenio Marottadi Eugenio Marotta
Domenica 3 Dicembre 2023, 19:45 - Ultimo agg. 4 Dicembre, 07:10
3 Minuti di Lettura

Negli occhi dei tifosi azzurri c'è ancora il guizzo di Raspadori che alzò bandiera corsara allo Stadium, mettendo l'ipoteca sullo scudetto del Napoli. Era il 23 aprile scorso e la rete del Jackpot, proprio al novantesimo, consegnò di fatto ed in maniera definitiva il tricolore alla truppa di Spalletti (a quel punto mancava solo l'aritmetica che sarebbe arrivata due partite dopo ad Udine). Da allora sembra trascorsa un'eternità ed invece non è passata neppure metà della nuova stagione agonistica. Venerdì prossimo sarà di nuovo Juventus-Napoli e alla corte di Aurelio De Laurentiis è già accaduto tanto. I campioni d'Italia in carica hanno già cambiato nocchiero (Mazzarri ha sostituito l'esonerato Garcia in panchina) ed anche gestione tecnica. L'addio di Spalletti dopo lo scudetto è stato il prologo ad un'altra partenza eccellente. Anche il ds Giuntoli ha fatto le valigie, approdando proprio alla Juventus. Non senza frizioni. L'architetto dello scudetto azzurro, il talent scout capace di scovare elementi del calibro di Kvara e Kim tanto per fare qualche nome, come anche dello stesso Osimhen, ha ritenuto chiuso un ciclo dopo quasi un decennio a Napoli ed ha preferito nuovi stimoli con la vecchia signora. Sembra un ossimoro, ma non lo è. 

Per la prima volta venerdì prossimo, DeLa potrebbe incrociare nuovamente il suo ex dirigente che “decise” di liberare quest'estate dopo un autentico tira e molla in cui non sono mancate tensioni e frizioni.

E non è mancata neppure qualche appendice polemica. «Se avessi saputo che era Juventino – disse Adl a seguito delle dichiarazioni d'amore di Giuntoli per il club bianconero – probabilmente me ne sarei liberato prima». Parole piccanti che tradiscono gli strali di una storia chiusa in maniera non certo indolore. Basti pensare che alla presentazione del ritiro di Castel Di Sangro a giugno scorso a Napoli, in pieno braccio di ferro, lo stesso De Laurentiis considerava – contratto alla mano – Giuntoli un suo dipendente che avrebbe dovuto onorare l'accordo (il ds aveva ancora un anno con gli azzurri) senza necessità di approfondire l'argomento. Evidentemente le cose stavano in maniera diversa. Tant'è. Nel calcio è così. Venerdì prossimo allo Stadium di Torino il dirigente bianconero – capace di dare giù la sua impronta in terra sabauda nonostante le mille difficoltà attraversate dal club – incrocerà per la prima volta il suo recente passato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA