Negli occhi dei tifosi azzurri c'è ancora il guizzo di Raspadori che alzò bandiera corsara allo Stadium, mettendo l'ipoteca sullo scudetto del Napoli. Era il 23 aprile scorso e la rete del Jackpot, proprio al novantesimo, consegnò di fatto ed in maniera definitiva il tricolore alla truppa di Spalletti (a quel punto mancava solo l'aritmetica che sarebbe arrivata due partite dopo ad Udine). Da allora sembra trascorsa un'eternità ed invece non è passata neppure metà della nuova stagione agonistica. Venerdì prossimo sarà di nuovo Juventus-Napoli e alla corte di Aurelio De Laurentiis è già accaduto tanto. I campioni d'Italia in carica hanno già cambiato nocchiero (Mazzarri ha sostituito l'esonerato Garcia in panchina) ed anche gestione tecnica. L'addio di Spalletti dopo lo scudetto è stato il prologo ad un'altra partenza eccellente. Anche il ds Giuntoli ha fatto le valigie, approdando proprio alla Juventus. Non senza frizioni. L'architetto dello scudetto azzurro, il talent scout capace di scovare elementi del calibro di Kvara e Kim tanto per fare qualche nome, come anche dello stesso Osimhen, ha ritenuto chiuso un ciclo dopo quasi un decennio a Napoli ed ha preferito nuovi stimoli con la vecchia signora. Sembra un ossimoro, ma non lo è.
Per la prima volta venerdì prossimo, DeLa potrebbe incrociare nuovamente il suo ex dirigente che “decise” di liberare quest'estate dopo un autentico tira e molla in cui non sono mancate tensioni e frizioni.