Napoli-Inter 0-1, la notte più amara di Simeone

Prima espulsione in 280 partite in Italia

L'espulsione di Giovanni Simeone
L'espulsione di Giovanni Simeone
di Bruno Majorano
Martedì 23 Gennaio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 19:21
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Doveva essere la sua serata e così è stato. Ma non verso che tutti i napoletani si aspettavano. Giovanni Simeone, che aveva stappato con il suo gol la semifinale di Supercoppa contro la Fiorentina, mette nei quai il Napoli a metà ripresa della finale contro l'Inter. Due ammonizioni nell'arco di 5 minuti esatti e nel preciso istante in cui l'arbitro Rapuano (fino a quel punto decisamente avaro di cartellini, soprattutto contro i neroazzurri) espelle l'attaccante argentino, la Supercoppa prende la via che porta a Milano. Prima una rincorsa per evitare la ripartenza di Calhanoglu, poi un'entrata decisa su Acerbi e la partita di Simeone è finita dopo un'ora. Il primo giallo, fin troppo severo da parte di Rapuano, non ha condizionato l'attaccante argentino che dopo 5 minuti è andato in scivolata sul difensore dell'Inter a metà campo. Una beffa doppia per Simeone che ieri ha ricevuto la sua prima espulsione in 280 match in carriera dal suo arrivo in Italia. Fino a quel momento Simeone non era stato l'uomo più pericoloso per la porta di Sommer, ma con il suo moto perpetuo aveva dato non pochi pensieri alla difesa dell'Inter. Perché il Cholito è fatto così: si danna l'anima in campo e si butterebbe anche nel fuoco se fosse necessario per recuperare un pallone vagante. Si batte e si sbatte. E anche contro l'Inter stava facendo il diavolo a quattro per dare fastidio, mettere pressione, far saltare gli schemi. Ma quando al 60’ si è visto sventolare il cartellino rosso davanti agli occhi (sarà squalificato anche per la gara di domenica sera all'Olimpico contro la Lazio) l'argentino si è visto crollare il mondo addosso. Senza Osimhen si era caricato l'attacco del Napoli sulle spalle, che non saranno larghe e possenti come quelle di Victor ma non per questo meno protettive. Delizia contro la Fiorentina in semifinale, croce contro l'Inter in finale: il triste destino del Cholito che aveva immaginato una serata ben diversa da quella di ieri a Riad.

Doveva essere la partita giusta per voltare pagina e guardare avanti, a un futuro migliore e il Napoli che esce sconfitto dall'Inter torna in Italia con la consapevolezza di potersela giocare (se ad armi pari) anche con la prima della classe.

Ha saputo soffrire, stringere i denti e ha provato anche a fare male in contropiede con questo nuovo sistema di gioco disegnato da Mazzarri. Difesa a tre (o a 5, a seconda dalle fasi di gioco), esterni d'attacco che si accentrano e contropiede come arma vincente per provare a fare male. Certo, tornare dall'Arabia con la coppa avrebbe dato un altro gusto alla stagione, ma se quello visto a Riad dovesse essere il Napoli che si appresta ad affrontare il girone di ritorno, allora i tifosi (e soprattutto Mazzarri) possono sperare davvero in una bella rincorsa al quarto posto che vorrebbe dire accesso alla prossima edizione della Champions League. Dopo la gara di Riad non ha parlato nessuno. Troppa la rabbia per poter commentare una partita viziata da quell'espulsione galeotta che dopo un'ora di gioco ha indirizzato la partita. Mazzarri (che non si è presentato alla cerimonia di premiazione sul prato dello stadio) non vuole far perdere la testa a una squadra che invece sta lavorando soprattutto sui nervi, fin troppo tesi dopo il fischio finale della partita di ieri sera in Arabia. 

 

E contro la Lazio domenica pomeriggio alla ripresa del campionato non ci sarà Simeone, così come non ci saranno Kvara e Cajuste: tutti squalificati. Perché per il nuovo regolamento le squalifiche (gialli e rossi) accumulate in Supercoppa vengono scontate nel primo turno di campionato. Insomma, Napoli sconfitto e già in piena emergenza. Perché ovviamente non ci sarà nemmeno Osimhen (ancora impegnato con la sua Nigeria in coppa d'Africa) e dovranno essere valutate le condizioni di Mazzocchi - uscito ieri affaticato - e dei nuovi arrivati: Ngonge e Traoré. Mazzarri avrà quasi una settimana per lavorare sul gruppo e trovare una soluzione, soprattutto in attacco dove saranno necessarie delle alternative valide per scardinare il muro della Lazio di Maurizio Sarri, l'altro grande sconfitto da questa Supercoppa araba. 

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