Eredità Agnelli, il “trucco” di Elkann per la finta residenza in Svizzera a lady Fiat: come funziona

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Eredità Agnelli, il "trucco" di Elkann per la finta residenza in Svizzera a lady Fiat: come funziona
Eredità Agnelli, il "trucco" di Elkann per la finta residenza in Svizzera a lady Fiat: come funziona
di Valeria Di Corrado
Mercoledì 13 Marzo 2024, 00:17 - Ultimo agg. 14 Marzo, 09:52
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Un copione già scritto, nel vero senso della parola, in cui i protagonisti della “dynasty degli Agnelli” vengono celati dietro misteriose abbreviazioni da fumetto noir. La “Signora X” (ossia Marella Caracciolo, secondo i pm) si contrappone alla “Signora Y” (la figlia Margherita, sempre secondo i pm) nella faida familiare per mettere le mani sull’eredità da capogiro lasciata da uno degli imprenditori che hanno fatto la storia economica del nostro Paese. E ora, tra i documenti acquisiti dalla Guardia di Finanza durante le ultime perquisizioni, spuntano nuovi enigmatici personaggi: “Mister A” e “Mister L”. Chi saranno costoro? È quello che stanno cercando di capire i pm di Torino, nell’ambito dell’inchiesta che vede indagati John, Lapo e Ginevra Elkann per truffa ai danni dello Stato, in relazione al mancato pagamento della tassa di successione su 734 milioni lasciati loro dalla nonna. Il fratello maggiore, ed erede al “trono” della Fiat, è accusato anche del reato di «dichiarazione fraudolenta» per aver contribuito a evadere l’imposta sui redditi di Marella, dal 2016 al giorno della sua morte (il 23 febbraio 2019), insieme al commercialista di famiglia Gianluca Ferrero e al notaio svizzero Urs Von Gruenigen, esecutore testamentario della moglie di Gianni Agnelli.

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LA LISTA DI AMICI E CONOSCENTI

«Sarebbe utile avere una lista di amici e conoscenti di Mrs X (cioè Marella, stando all’interpretazione degli investigatori, ndr) che viva a G (Gstaad, ndr) o che abbia una casa a G».

Comincia così il primo scritto, in lingua inglese, su cui ora sono concentrate le attenzioni degli inquirenti. Tali documenti «risultano disegnare la strategia - spiega la Procura subalpina - sia per le fasi in cui Marella Caracciolo sarebbe rimasta viva, che per il “post mortem”». Vengono «scandite le condotte che avrebbero dovuto essere attuate per scongiurare il rischio del disconoscimento della sua residenza in Svizzera», si legge nel decreto di perquisizione. Esattamente quello che adesso hanno dimostrato i pm: ossia che trascorreva la stragrande maggioranza dell’anno in Italia e di conseguenza avrebbe dovuto pagare le tasse nel nostro Paese. 

Dopo che “lady Fiat” si è trovata costretta a lasciare la sua villa a Saint Moritz (nel Cantone dei Grigioni), per non farle perdere il permesso permanente di residenza in terra elvetica, viene organizzata la «strategia» per cercarle una sistemazione da un amico a Gstaad, nel cantone di Berna. Si richiede di sapere innanzitutto «il nome e l’indirizzo dell’amico nella casa del quale Mrs. X vorrà risiedere - si legge nel documento - Sarebbe utile avere qualche informazione sul background di questo amico», forse per capire se fosse sufficientemente riservato e affidabile. Poi si pretende di sapere quali saranno «le dimensioni dell’alloggio (quante stanze?)», «se è possibile per la Signora X avere una personale linea telefonica in casa dell’amico e registrare l’indirizzo di quest’ultimo a suo nome all’ufficio postale» e se «Mrs. X potrà portare con sé alcuni dei suoi dipendenti a G.», ossia a Gstaad, presumibilmente. Viene chiesto anche se «ci sia la possibilità per la Signora X di vivere nella casa del suo amico limitatamente ai mesi estivi o se possa restare lì anche durante altri periodi dell’anno» e se «la signora pagherà un compenso all’amico per stare in quel posto».

IL “SIG. L” E IL “SIG. A”

In un altro documento, sempre in inglese, spuntano il “Signor L” e il “Signor A» (che non è detto non siano la stessa persona). Gli inquirenti sospettano, infatti, si tratti del marchese Lodovico Antinori, uno dei più importanti imprenditori italiani del vino e per anni amico della famiglia Agnelli. È stato proprio lui, in una recente intervista a “Il Fatto quotidiano”, a riferire che Marella Caracciolo per un po’ visse nella sua abitazione a Saanen, una frazione di Gstaad. 

«Mr. L non ha obiezioni contro la registrazione del suo indirizzo come domicilio della Signora X, sia con le autorità municipali sia con l’ufficio postale. Né ha obiezioni su una linea telefonica personale per la Signora X». E ancora: «Mrs X (Marella, ndr) è invitata a portare durante i mesi estivi il suo staff personale a G (Gstaad, ndr), poiché durante quel periodo lo staff di Mr. A in G sarà ridotto». Infine, viene specificato che «non c’è nessun riferimento a un compenso pagato dalla Signora X al Signor A».

LA LETTERA IN BIANCO

Tra i documenti in inglese c’è anche una lettera in bianco, senza mittente e senza destinatario. Secondo gli inquirenti è una bozza precostituita (forse dal commercialista Ferrero) da esibire nel caso servisse dimostrare che l’offerta di ospitalità a Gstaad dell’amico di Marella era una sia iniziativa spontanea e non pilotata da quello che i pm ritengono invece un “piano preordinato”. «Sono stato felice di apprendere quanto ti sia piaciuto usare la mia casa l’estate scorsa come residenza e che desideri stabilire il tuo domicilio e vivere a casa mia, finché la tua salute non ti permetterà di tornare a casa tua a S (St. Moritz, ndr). Puoi utilizzare la mia casa come tuo indirizzo permanente con la polizia straniera e con l’ufficio postale, e puoi ,se lo desideri, installare una tua personale linea telefonica. Nei limiti necessari puoi dare copia di questa lettera alle autorità svizzere».

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