Calil resta: questa è casa mia, non vado via

Calil resta: questa è casa mia, non vado via
di Alfonso Maria Avagliano
Venerdì 24 Luglio 2015, 22:50 - Ultimo agg. 25 Luglio, 08:25
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SALERNO - Un «Angelo» su una spalla, un «satanello» tentatore sull’altra. Dipendesse da Calil, il futuro sarebbe granata anche oltre il 30 giugno 2016, data che per il momento segna la scadenza contrattuale: il trascinatore dello scorso campionato crede(va) nel rinnovo, in quel «premio» sperato a microfoni accesi dopo la promozione in B. Che però attualmente non è ancora arrivato. Non dipende, appunto, solo da Caetano che, come tutti, può «rendere al meglio solo se ci sarà la fiducia della società».

Il club lo spedisce comunque ai microfoni dei cronisti dopo l’amichevole di Foligno, lui sorride alle inevitabili domande sul mercato. Ma tradisce un po’ di delusione, s’aspettava forse un trattamento diverso, qualche mese fa.

«Lavoro senza pensare ad altro, da parte mia c’è tanta voglia di restare a Salerno per molto tempo, perché mi sento come a casa – il diplomatico esordio – Però la società valuta tutti gli aspetti e pensa alla squadra, non certo solo a Calil. Se vorranno puntare su di me rinnoverò sicuramente, altrimenti darò comunque il massimo fino a giugno 2016 e poi vedremo. Per ora bado a mettere minuti nelle gambe perché amo questi colori. E poi il ritiro è il miglior momento per allenarsi in vista di un campionato lungo e difficile. Il Foggia? Ho sentito delle voci, ma non voglio credere che la società mi lasci così, in scadenza» dice il brasiliano. Quasi a lasciar intendere un «fate presto, blindatemi».

Il Foggia lo tenta, si fa sotto anche il Trapani. Inutile girarci intorno: iniziare un campionato sapendo di andare in scadenza può minare gli stimoli? La paura di Calil è ripetere quanto successo nel suo ultimo anno a Crotone, «quando dopo sei mesi di impegno costante, siccome non avevano il rinnovo in mente, non ho giocato più. Ovviamente un giocatore sta tranquillo solo se dalla società ha appoggio, che dev’essere vicendevole». Un messaggio chiaro.

I primi giorni agli ordini di Torrente, la diatriba sul ruolo: in un modo o nell’altro, di Calil se ne parla sempre. «Gioco in area, mi fa sentir bene stare vicino alla porta, mi piace fare gol. Sono un attaccante, non mi interessa se esterno o centrale, io penso alla squadra e a fare quello che chiede il tecnico» dichiara perentoriamente il calciatore che poi precisa, a ragione: «L’anno scorso tutti dicevano che non ero punta centrale e poi ho fatto 16 gol, quest’anno non sono esterno e faccio sempre gol (riferendosi al precampionato), per cui penso di poter giocare dappertutto». Chi non lo conosce, potrebbe dargli del presuntuoso. Non è così.






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