Calciomercato Napoli, ultima chiamata per Lindstrom, Natan e Cajuste

Otto giornate per definire il destino delle riserve azzurre

Il Napoli corre verso le ultime otto giornate di campionato
Il Napoli corre verso le ultime otto giornate di campionato
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Giovedì 4 Aprile 2024, 07:00 - Ultimo agg. 5 Aprile, 07:50
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Che ne sarà di loro? Una decina di facce parlanti senza didascalia, personaggi in cerca di autore, all’ultimo esame della stagione. Otto partite per avere il giudizio finale sulle riserve azzurre. Ma per molti è già tutto scritto. Tocca a Ciccio Calzona il test di primavera, sancire i bocciati e quelli che possono, magari, avere un’altra possibilità. Da rimandati. Aurelio De Laurentiis si fida e si affida al tecnico-traghettatore, l’unico con cui sta mantenendo il patto siglato: gli aveva detto che avrebbe lavorato in serenità fino alla fine del campionato e così sta facendo. Mai un’alzata di voce, mai una sfuriata, mai un’irruzione nello spogliatoio. Calzona guida la commissione d’esame per capire cosa farsene di Ostigard, Traoré, Ngonge, Simeone e ovviamente e Lindstrom. Per gli altri, c’è poco da fare: Cajuste, Natan, Dendoncker e Mazzocchi sono nella lista degli esuberi. Un po’ terrorizzati, un po’ deludenti, un po’ invisibili e un po’ assenti. In alcuni casi, sopravvalutati, quando magari le risorse vere, la ricchezza che pure esisterebbe, sono state mandate altrove. Come è il caso di Gaetano (in prestito al Cagliari), Folorunsho (Verona) e Caprile (Empoli).  

L’ultimo appello 

«Se non vuoi lottare, vattene via», recita lo striscione esposto sul ponte della Sanità. Un’aria di contestazione dopo i fischi dopo il match con l’Atalanta. De Laurentiis è convinto che mister 30 milioni, Lindstrom, sia tutt’altro che un acquisto sbagliato. Al di là delle certezze (sbagliate) sul suo ruolo, in una squadra che gioca per le sue caratteristiche, potrebbe essere rivalutato. Calzona è stato chiaro: nel 4-3-3 attuale per lui non c’è posto. Se non a sinistra del tridente dove però c’è uno dei pochi intoccabili, Kvara. Ma non è un bollito, anzi. È uno di quelli su cui lavorare nel futuro, nel caso di cambio di sistema. Cosa che Calzona non pensa di fare: questa squadra ha già poche certezze. Senza appello, invece, la bocciatura di Natan, centrale sfiatato: perché non basta correre, bisognerebbe anche sapere dove. Sono ormai 4 mesi che non gioca più titolare: solo Garcia, aziendalista come pochi altri (e per questo si è sentito tradito dall’esonero da quarto in classifica) ha insistito allo spasimo con lui. Poi, arrivato Mazzarri è arrivato il suo stop ai box: col Cagliari, a dicembre, l’ultima dal primo minuto. Ma da terzino sinistro. Dove Walterone lo aveva dirottato per limitare le conseguenza delle sue amnesie. Poi è sparito dai radar. Calzona, poi, nella linea a quattro non sa dove piazzarlo. E infatti, a parte i 28 minuti nella passeggiata col Sassuolo e 2 con la Roma, non ha mai messo piede nel suo Napoli. Su Dendoncker, 21 minuti giocati fino ad adesso, in prestito dall’Aston Villa, meglio calare un velo: neppure Mazzarri, che lo ha voluto, lo ha fatto giocare. Destino amaro per Mazzocchi: è quello che ha pagato il prezzo più amaro del cambio in panchina, perché per Calzona è un fantasma. Ha giocato a Cagliari e poi basta. E gli altri: Ngonge (ieri si è fermato) è stato pagato 18 milioni e fino ad adesso ha giocato 114 minuti. Fanno più o meno 150 mila euro a minuto. Non male, come investimento. Traorè ha collezionato 9 gare e 338 minuti: non è ancora quello ammirato ai tempi del Sassuolo. Ma Calzona gli darà qualche chance, perché De Laurentiis pensa ancora che possa essere riscattato. Non ai 20 milioni definiti al momento del prestito, s’intende. Cajuste, preferito spesso ad Elmas (tant’è che capito l’antifona il macedone se ne è andato al Lipsia dove continua, in ogni caso, a fare la riserva) ha collezionato 26 partite in serie A, 607 minuti, ultima da titolare con il Verona a gennaio, poi qualche accidenti fisico e il tecnico calabrese quasi ha smesso di prenderlo in considerazione. Ma già col Monza, potrebbe avere una certa visibilità. Ostigard e Simeone sono i due della vecchia guardia che hanno la valigia in mano: tanta buona volontà, ma con il rendimento opaco.

Il norvegese ha giocato titolare con Calzona solo due volte, con Torino e Sassuolo, mentre Simeone, finito il momento d’oro con Mazzarri (per via delle tante assenze) è sparito dai radar. Vuole andar via e andrà via. Un finale di stagione pieno di esami. 

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