Avellino, è Russo l’uomo in più per i playoff

A un anno esatto dall’infortunio al ginocchio sabato l’attaccante potrebbe tornare tra i titolari

Raffaele Russo
Raffaele Russo
di Marco Festa
Giovedì 28 Marzo 2024, 00:05
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La fine del calvario sportivo si avvicina a grandi passi. Dopo poco meno di un anno il cerchio sta per chiudersi.

Dal 2 aprile 2023 al 30 marzo 2024, 363 giorni dopo quel maledetto pomeriggio al “Menti”, Raffaele Russo è più prossimo che mai al ritorno in campo dal primo minuto in campionato.

La giornata di squalifica rimediata dal re degli assist Sgarbi, espulso a Giugliano, può essere l’occasione giusta per permettere a Russo, miglior giocatore della scorsa stagione, di tornare titolare. Il freno è stato morso a sufficienza, il suo piede destro è caldo e non vede l’ora di pestare il pedale dell’acceleratore al culmine di un lungo percorso di recupero fisico.

Un cammino lastricato dalla necessità di non smarrirsi psicologicamente, di continuare a credere in se stessi; scandito da tappe altalenanti che hanno lasciato il posto a una graduale crescita della condizione fisica, a un incremento del minutaggio e a un miglioramento delle prestazioni.

Quinta ingranata, destinazione ritorno definitivo alla normalità.

Quella normalità che, per Raffaele Russo, vuol dire fare cose fuori dal comune: come le giocate mai banali ed efficaci con cui aveva conquistato i tifosi biancoverdi ponendo le basi per il rinnovo del suo contratto fino al 30 giugno 2025. Il resto è storia.

Le immagini del suo infortunio contro la Juve Stabia sono fermo immagine di un film dell’orrore che nessuno ha mai avuto il piacere di rivedere. Una torsione innaturale tremendamente reale che lo ha costretto a sottoporsi a intervento chirurgico per la lesione del legamento crociato anteriore e della rottura del menisco esterno del ginocchio sinistro a tre giornate dalla fine di un’annata da protagonista: 6 gol, di cui due decisivi per le vittorie al Partenio contro Messina e Potenza, ed altrettanti assist. Il peggio è passato, non da oggi, ma restano da percorrere gli ultimi metri per tagliare lo striscione di un traguardo inseguito tra terapie e riabilitazione sotto il sole cocente e il freddo pungente, mentre i suoi compagni di squadra andavano in campo; per concludere un rally pieno di curve in cui i giri del motore sono aumentati tramutandosi nello sprint per abbracciare la sua guida, il performance manager Pietro La Porta, con cui ha festeggiato il ritorno al gol, contro il Catania, il 6 marzo scorso.

Semaforo verde all’orizzonte, Russo riparte dal gran secondo tempo giocato al “De Cristofaro” con cui ha fatto capire, tra una sterzata e tante percussioni palle al piede che, a margine di sette partite di fila da subentrante e otto spezzoni di gara totali, su di lui si può di nuovo contare per un contributo dall’inizio.

Sono alle spalle i risentimenti muscolari, gli sproni e le costruttive provocazioni di Patierno nel chiuso degli spogliatoi, per ricordargli di non lasciare nulla al caso perché di lui l’Avellino aveva bisogno il più rapidamente possibile. È tempo di ripagare la fiducia di Perinetti e Pazienza, che appena arrivato si è assunto la responsabilità di lasciare fuori dalla lista D’Amico pur di aspettarlo e non ha esitato ad affidargli la fascia di capitano al braccio l’8 novembre contro il Foggia nel secondo turno di Coppa Italia di Serie C: le prove generali di un rientro poi slittato perché non tutto è filato liscio come l’olio. Guardare avanti è l’imperativo dell’Avellino e di Russo, a cui spetta il compito di riprendere un discorso lasciato in sospeso.

Di continuare l’ascesa in una carriera cominciata nel settore giovanile del Napoli giocando con Zerbin, Gaetano e Ounas, impreziosita dai gol in Youth League contro il Manchester City di Brahim Diaz ed i turchi del Besiktas: puniti direttamente da calcio d’angolo. Classe 1999, Russo ha una vita calcistica davanti per dare un calcio alla sfortuna e un repertorio di colpi da sfoderare, su cui l’Avellino conta al pari della sua versatilità. Centravanti, falso nove, ala destra, ala sinistra: la sua duttilità è apprezzata da sempre dagli addetti ai lavori. Sin dai tempi della Pro Vercelli quando un certo Alberto Gilardino, che di attaccanti se ne intende, gli ha dato scampoli di fiducia e insegnamenti di cui far tesoro.

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